Un grave incidente sul lavoro si è verificato ieri mattina nel polo petrolchimico di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa. Un operaio di 52 anni, dipendente di un’impresa metalmeccanica, è rimasto gravemente ferito al torace mentre era impegnato in attività di manutenzione all’interno dell’impianto CR30 dello stabilimento Isab Nord. L’uomo è stato immediatamente soccorso e trasportato d’urgenza all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove si trova ricoverato in Rianimazione in prognosi riservata. Le sue condizioni sono definite molto gravi.
La dinamica dell’incidente: scheggia dallo “spaccabulloni”
La dinamica dell’incidente è ancora in fase di ricostruzione da parte degli inquirenti. Secondo le prime informazioni, l’operaio stava lavorando su uno strumento chiamato “spaccabulloni”, utilizzato per allentare o rimuovere bulloni particolarmente serrati o arrugginiti. Improvvisamente, per cause ancora da accertare, si sarebbe verificata una rottura dello strumento e una scheggia metallica avrebbe colpito violentemente l’operaio al torace, provocandogli una grave lesione con interessamento del polmone. Una dinamica terribile, che ha trasformato una normale giornata di lavoro in un dramma.
I soccorsi immediati e il trasporto in ospedale: la lotta per la vita
Immediati i soccorsi da parte dei colleghi di lavoro, che hanno allertato il 118. I sanitari, giunti sul posto, hanno prestato le prime cure all’operaio, stabilizzandolo prima di trasportarlo d’urgenza, in codice rosso, all’ospedale Cannizzaro di Catania. Qui, l’uomo è stato ricoverato nel reparto di Rianimazione (terapia intensiva), dove i medici stanno facendo il possibile per salvargli la vita. La prognosi è riservata e le sue condizioni sono considerate molto gravi. Una lotta contro il tempo, nella speranza che l’operaio possa superare le critiche condizioni in cui versa.
Le indagini: sequestrati l’attrezzo e il cantiere, la Procura apre un’inchiesta
Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia di Priolo Gargallo, che hanno avviato le indagini per accertare le cause dell’accaduto e per verificare il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. È stato disposto il sequestro sia dello “spaccabulloni” che dell’intero cantiere, per permettere agli investigatori di effettuare tutti gli accertamenti necessari. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per fare piena luce sull’incidente e accertare eventuali responsabilità. Si indaga per verificare se ci siano state negligenze, imprudenze o imperizie che possano aver contribuito al verificarsi dell’infortunio.
L’allarme della Fiom Cgil: “Petrolchimico, condizioni di lavoro inaccettabili”
La Fiom Cgil, sindacato dei metalmeccanici, ha lanciato un duro allarme sulle condizioni di lavoro nel polo petrolchimico di Priolo. “Questo incidente”, ha dichiarato il segretario provinciale della Fiom Cgil, Antonio Recano, “ripropone e conferma le criticità di una condizione di incertezza strutturale dove, nascosta dietro una facciata formalmente irreprensibile delle committenti, si apre una terra di nessuno fatta di appalti al massimo ribasso, precarietà, sfruttamento e compressione dei diritti, a partire da quello sulla sicurezza”.
Il sistema degli appalti nel mirino: “Degrado e insicurezza”
Secondo Recano, esiste un “nesso causale tra il sistema degli appalti e le condizioni di degrado e di insicurezza del petrolchimico siracusano”. Un sistema che, a suo dire, favorirebbe la compressione dei costi a scapito della sicurezza dei lavoratori. “Il Petrolchimico vive oggi un evidente arretramento delle condizioni di lavoro, che per le implicazioni che ha sulla vita delle persone va assolutamente contrastato con l’obiettivo di tutelare ogni lavoratore di fronte al ricatto delle imprese”, ha aggiunto il sindacalista. La Fiom Cgil chiede “un’attività ispettiva concreta” per accertare le “responsabilità sistemiche” che, a suo dire, sono alla base degli incidenti sul lavoro nel polo petrolchimico.
Un problema nazionale: la piaga degli infortuni sul lavoro
L’incidente di Priolo ripropone, ancora una volta, il drammatico problema degli infortuni sul lavoro in Italia. Un fenomeno che, nonostante le leggi e i controlli, continua a mietere vittime e a causare sofferenze e disabilità. Ogni anno, in Italia, centinaia di lavoratori perdono la vita sul posto di lavoro e migliaia rimangono feriti, spesso in modo grave. Una piaga sociale che richiede un impegno costante da parte di tutti: istituzioni, imprese, sindacati e lavoratori.
La sicurezza sul lavoro: un diritto fondamentale, non un costo
La sicurezza sul lavoro non è un costo, ma un investimento. Un investimento sulla vita e sulla salute dei lavoratori, ma anche sulla produttività e sulla competitività delle imprese. Un ambiente di lavoro sicuro è un ambiente di lavoro più efficiente e più produttivo. È fondamentale che le aziende investano in sicurezza, fornendo ai lavoratori adeguati dispositivi di protezione individuale, formazione e informazione sui rischi specifici delle loro mansioni, e garantendo il rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza.
L’impegno per la prevenzione: formazione, controlli e cultura della sicurezza
La prevenzione è l’arma più efficace per contrastare gli infortuni sul lavoro. È necessario promuovere una cultura della sicurezza, che parta dalle scuole e coinvolga tutti i livelli della società. Formazione, informazione, controlli rigorosi e sanzioni severe per chi non rispetta le regole sono strumenti fondamentali per ridurre il numero di incidenti e per garantire a tutti i lavoratori il diritto di tornare a casa sani e salvi alla fine della giornata lavorativa. Un impegno che deve essere costante e condiviso, per costruire un futuro in cui il lavoro sia sinonimo di dignità, sicurezza e benessere, e non di rischio e di morte.