Maxi operazione antimafia dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, che dalle prime ore di questa mattina, 3 marzo 2025, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 18 persone, tra Randazzo, nel catanese, e Milano. Gli indagati, in attesa di giudizio definitivo e con la presunzione di innocenza fino a sentenza irrevocabile, sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, traffico e spaccio di droga, con l’aggravante del metodo mafioso e della finalità di agevolare il clan di riferimento. Un’indagine che ha permesso di smantellare un’organizzazione criminale legata alla famiglia mafiosa dei “Mazzaglia”, operante nei territori di Bronte, Maniace, Maletto e zone limitrofe, e di far luce su un vasto giro di estorsioni, traffico di stupefacenti e controllo del territorio.
L’operazione ha visto impegnati oltre 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, che hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA), nelle aree di Randazzo e Milano. Un’azione coordinata e su vasta scala, che ha portato all’arresto di presunti affiliati e fiancheggiatori del clan mafioso.
Le indagini, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Randazzo e coordinate dalla DDA di Catania, hanno permesso di portare alla luce le attività illecite di un’associazione mafiosa legata alla famiglia di Cosa Nostra etnea dei “Mazzaglia”. Gli investigatori hanno individuato gli elementi apicali del clan, operanti nei territori di Bronte, Maniace, Maletto e zone limitrofe, e hanno ricostruito le loro attività criminali, che spaziavano dalle estorsioni al traffico di droga, fino al controllo del territorio.
Estorsioni a Imprenditori Locali: il “Pizzo” Imposto dal Clan
Dalle indagini è emerso un vasto giro di estorsioni ai danni di imprenditori locali, costretti a pagare il “pizzo” per poter continuare a svolgere le proprie attività. Un sistema di sopraffazione e di intimidazione tipico delle organizzazioni mafiose, che impongono il loro controllo sul territorio attraverso la violenza e la minaccia.
Oltre alle estorsioni, l’associazione mafiosa gestiva un fiorente traffico di stupefacenti, un’attività illecita che rappresentava una delle principali fonti di guadagno per il clan. Le indagini hanno permesso di ricostruire i canali di approvvigionamento della droga, le modalità di spaccio e i ruoli dei singoli affiliati all’interno dell’organizzazione.
L’indagine ha evidenziato come l’associazione mafiosa esercitasse un controllo capillare del territorio, influenzando la vita economica e sociale dei comuni di Bronte, Maniace, Maletto e delle zone limitrofe. Un potere criminale che si manifestava non solo attraverso le attività illecite, ma anche attraverso l’intimidazione e la capacità di condizionare le scelte della comunità.
Un Duro Colpo alla Mafia, l’Impegno dello Stato Continua
L’operazione dei Carabinieri rappresenta un duro colpo alla criminalità organizzata e conferma l’impegno costante dello Stato nella lotta alla mafia. L’arresto di presunti affiliati e fiancheggiatori del clan “Mazzaglia” indebolisce l’organizzazione criminale e contribuisce a ripristinare la legalità in un territorio per troppo tempo segnato dalla presenza mafiosa. Le indagini, tuttavia, proseguono per accertare eventuali ulteriori responsabilità e per individuare tutti i soggetti coinvolti nelle attività illecite del clan. La lotta alla mafia è una priorità per lo Stato e per la società civile, un impegno che richiede la collaborazione di tutti per sconfiggere un fenomeno criminale che minaccia la democrazia e lo sviluppo del Paese.