Social Commerce. Se non ora, quando?

Simone Di Trapani
Simone Di Trapani 8 min lettura

Il Social Commerce potrebbe rappresentare il futuro del commercio elettronico? Se il 2020 ci ha insegnato qualcosa, è che possono verificarsi enormi interruzioni dall’oggi al domani in tutti i settori. Solo chi era già pronto a usare il commercio elettronico e la comunicazione efficace con i propri clienti attraverso i social media ha retto l’urto. Nel 2020 abbiamo visto prendere forma a nuove tendenze. Dall’aumento dell’utilizzo della messaggistica social al reclutamento di influencer di nicchia, per espandere la portata dei propri messaggi. Inoltre c’é stato un aumento delle sponsorizzazioni sui social media e su google. Alla luce di ciò é lecito aspettarsi un ulteriore crescita per il 2021.

Le piattaforme social giocheranno un ruolo fondamentale per i brand

La pandemia ha avuto un enorme impatto sul modo in cui i consumatori interagiscono con i brand. Un’evidenza di questo fenomeno é l’aumento della messaggistica attraverso le chat sui social. Le conversazioni con i clienti si stanno allontanando dai call center tradizionali e dalle e-mail. Vengono sostituite dalla messaggistica istantanea. I consumatori sono online e si aspettano che i brand  rispondano alle loro domande fornendo feedback in tempo reale.

I tanto pubblicizzati chatbot di siti web e social media basati sull’intelligenza artificiale possono davvero essere utilizzati per rispondere alle richieste e alle esigenze dei clienti? In parte si, soprattutto per rispondere alle problematiche più frequenti, ma l’intervento umano, sempre via chat, rimane comunque indispensabile.

La recente acquisizione da parte di Facebook di Kustomer , una piattaforma CRM per startup, sottolinea quanto siano importanti le funzionalità del servizio clienti per le PMI. Aziende che fanno sempre più spesso pubblicità sulla piattaforma social. Facebook quindi é sempre di più un luogo indispensabile per le Aziende e i commercianti. Che, anche se in ritardo, devono pensare al social commerce, se vogliono competere nel mercato.

Il social commerce prenderà una grossa fetta della torta dell’e-commerce

Il social commerce non è affatto un argomento nuovo. In effetti era prevedibile che sarebbe decollato nel 2020. Ora che le piattaforme di social media stanno creando più funzionalità per gestire tutto, dalla scoperta del prodotto all’acquisto in-app. Dall’assistenza post-acquisto e alla gestione dei clienti. Diventa un gioco da ragazzi per le aziende sfruttare la portata e l’infrastruttura offerte dalle piattaforme di social media.

Le previsioni di sulla crescita del social commerce sono direttamente collegate alle iniziative di trasformazione digitale accelerata a cui abbiamo assistito quest’anno. (Shopify ha riferito che il numero di nuovi negozi sulla sua piattaforma di e-commerce è aumentato del 62% tra marzo e aprile rispetto alle sei settimane precedenti).

Non solo i consumatori sono più ricettivi all’acquisto di prodotti tramite il canale social di un brand, ma le stesse piattaforme social stanno diventando più esperte. Hanno iniziato a progettare strumenti che accelerano il percorso di acquisto. In un’epoca in cui sempre più consumatori fanno acquisti online, le aziende dovranno per forza adeguarsi.

I micro-influencer valgono quanto mai

I nano e micro influencer, soprattutto durante la pandemia, sono emersi come risorse di alto valore, portando un valore elevato senza i costi troppo esosi dei macro e dei mega influencer. Sono uno strumento accessibile e ideale per chi vuole veicolare i consumatori sul social commerce.

Da uno studio fatto negli stati uniti  emerge che quasi il 61% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni afferma che gli influencer digitali hanno condizionato il loro processo decisionale. Lo studio ha anche mostrato che oltre il 60% delle collaborazioni di brand influencer sui social nel 2020 avveniva con influencer che avevano meno di 50.000 follower.

I Brand stanno prestando attenzione al potere degli influencer di nicchia sia su TikTok che su Instagram per estendere la portata tra i consumatori più giovani. Le cui opinioni hanno maggiori probabilità di essere influenzate da chi é una personalità sui social, ma allo stesso tempo non viene visto come un alieno/a che non interagisce ed ha una vita troppo diversa da quella della media dei giovani.

La spesa pubblicitaria sui social continuerà a crescere per tutto il 2021

I rapporti sulla spesa pubblicitaria di per il terzo trimestre del 2020 hanno mostrato che i brand più grossi hanno raddoppiando i loro investimenti su Facebook e Instagram. È stato registrato un aumento della spesa pubblicitaria fino al 61% rispetto al secondo trimestre. Questa é una tendenza che ragionevolmente continuerà anche nel 2021, con incrementi sempre superiori. Aumento che non ha riguardato solo i grandi brand. Ma anche piccole aziende ed esercenti che spesso hanno utilizzato le sponsorizzazioni sui social media, senza una precisa strategia, disperdendo in modo poco efficace parte del loro budget.

Quindi nonostante le interruzioni e gli eventi turbolenti causati dal Covid-19 nel corso del 2020, la spesa pubblicitaria sui social media è aumentata notevolmente. Investire sul social commerce diventa indispensabile, perché la pandemia ha accelerato il processo che avrebbe portato il commercio elettronico ad essere la prima forma di acquisto. Ma bisogna farlo dotandosi di un piano di comunicazione e una strategia di marketing. Cose che non possono essere improvvisate.

Il social commerce decollerà nel 2021, solo se si decreterà la fine delle Fake News

L’altra faccia della medaglia é che, alla luce dell’aumento delle campagne di disinformazione connesse al ciclo elettorale del 2020 e delle false notizie relative al Covid-19, le piattaforme social non sono considerate strumenti affidabili dai consumatori. Ma la domanda per il futuro è: Verranno fatti sforzi significativi dalle stesse piattaforme per eliminare il problema? Sappiamo che Twitter lo sta facendo, ed anche in modo deciso. Ma Facebook? Gli sforzi della corporation sembrano insufficienti. Ma anche quelle dei vari governi.

Per mantenere le piattaforme pulite e sicure, ci sarà bisogno di una responsabilità condivisa tra le piattaforme, i governi. Il social media marketing ha un impatto positivo sulle aziende in molti modi, ma nessun marchio vuole investire in modo imponente su una piattaforma che potrebbe minare la reputazione del brand stesso.

Bisogna garantire sicurezza a chi investe i propri budget pubblicitari su piattaforme social. E al contempo creare luoghi nei quali le persone possano vivere esperienze social positive. Se le piattaforme sociali non sono in grado di garantire ambienti sicuri per i propri utenti, allora dovrebbero essere le leggi stesse degli stati a eliminare ambienti tossici afflitti da disinformazione.

Con gli attuali problemi di sicurezza delle piattaforme social gli investimenti vanno fatti con intelligenza e competenza. E si deve integrare possibilmente con la propria piattaforma e-commerce.

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