Senza Mi Piace. La prima rivoluzione dei social

Simone Di Trapani
Simone Di Trapani 3 min lettura

All’origine il mi piace, su instagram o facebook, era senza pretese, un modo veloce per dire “bravo sono d’accordo” ad un amico, ad un conoscenza, ad un politico o ad un’azienda. In quanti avrebbero scommesso che dall’icona con la miniatura di un pollice dipendesse il benessere psicologico di centinaia di milioni di individui ed il successo o l’insuccesso di personaggi politici o aziende.

Nel corso di questi anni il mi piace ha trasformato le persone in marchi, dando vita  alla cultura dell’influencer e rimodellando il marketing su scala globale. Qualcosa che é anche entrata di prepotenza nella vita delle persone comuni. Pensiamo a quanti incidenti mortali subito dopo aver fatto un video alla guida, o un selfie sui binari un attimo prima che passasse un treno. Ma al di là dei casi limite, soprattutto gli adolescenti cominciano a sviluppare patologie legate al tempo trascorso sui social media.

La crescita di patologie mentali legate ai social media, l’uso distorto degli stessi da parte di politici spregiudicati e i problemi giudiziari legati alla privacy hanno spinto, per esempio, Facebook a progettare lenti cambiamenti (giudicati insufficienti, per esempio dal codacons, che chiede di eliminare le foto dei bambini utilizzate a fini commerciali). Proprio a partire dagli amati mi piace. La sperimentazione dell’azienda di Palo Alto è cominciata eliminando la possibilità di vedere quanti mi piace hanno le foto che pubblichiamo su Instagram. La funzionalità dei like nascosti é stata sperimentata per mesi in Canada, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Italia, Brasile e Giappone. La società sta ora espandendo il test in parti degli Stati Uniti.

La nuova era senza Like

Una scelta etica? Oppure il modo per sottrarre la pubblicità agli influencer, costringendo le aziende a incrementare il budget per le promozioni? A prescindere dalle ragioni, con la scomparsa dei like saremo di fronte ad un cambiamento epocale del modo di vivere i social media. L’aspetto positivo sarà un ritorno all’autenticità dei social media, senza autobot, senza pofili falsi, senza like acquistati quale sarà il gradimento di un politico, di un’azienda o di un influencer? I commenti diventeranno i nuovi Mi piace? La condivisione assumerà un nuovo peso come mezzo per mostrare fedeltà a una persona, a un marchio o a una causa?

Ma la vera domanda alle soglie dell’era post-like è quale sarà il nuovo metro per l’approvazione? Noi vorremmo che fosse la qualità ad imporsi.

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