Sequestrato impianto di gestione rifiuti a Caivano: gravi violazioni ambientali accertate

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NAPOLI – I Carabinieri del Comando Gruppo Tutela Ambientale e Sicurezza Energetica di Napoli, insieme al personale del Comando Provinciale, hanno eseguito oggi un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Napoli Nord su richiesta della Procura della Repubblica. Il provvedimento ha riguardato una società con sede a Caivano, operante nel settore della gestione di rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata (plastica, carta e cartone) di 75 comuni delle province di Napoli, Caserta e Salerno.

Il rappresentante legale dell’azienda è indagato per i reati di scarico abusivo di reflui industriali e gestione illecita di rifiuti, in violazione degli articoli 137 e 256 del Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006).

Violazioni nelle attività di gestione dei rifiuti

L’azienda, che si estende su un’area di circa 40.000 mq, era autorizzata al recupero di carta e cartone, con la trasformazione in Materia Prima Seconda (End of Waste), e al confezionamento delle plastiche da avviare ad altri impianti per il recupero o lo smaltimento. Tuttavia, le indagini hanno rivelato che alcuni materiali dichiarati come recuperati non rispettavano i requisiti di legge, risultando contaminati e privi delle caratteristiche necessarie per il reimpiego.

Inoltre, i rifiuti venivano stoccati all’esterno, senza adeguate coperture, esponendoli al dilavamento atmosferico e generando percolati che confluivano direttamente nella rete fognaria pubblica senza trattamento.

Scarichi abusivi di reflui industriali

I controlli dei Carabinieri, coadiuvati dall’ARPAC, hanno accertato che le acque reflue bypassavano l’impianto di depurazione autorizzato, attraverso tubazioni e pozzi scolmatori non autorizzati. Con l’uso di traccianti colorati, si è verificato che i reflui venivano scaricati in fognatura senza trattamento, con presenza di sostanze inquinanti.

Rischio ambientale e provvedimenti

Le pratiche illecite adottate dall’azienda erano finalizzate a ridurre i costi di gestione, ma avrebbero potuto causare gravi danni ambientali, compromettendo suolo, acque superficiali e falde sotterranee. Per evitare il proseguimento delle attività illegali, il GIP ha disposto la nomina di un amministratore giudiziario per gestire l’impianto, assicurando il rispetto delle normative e delle prescrizioni tecniche.

Contesto più ampio

L’operazione si inserisce in una più ampia indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, con il supporto del Gruppo Tutela Ambientale e dell’ARPAC, per individuare fonti di inquinamento nell’area della “Terra dei Fuochi”. Tali investigazioni mirano a contrastare fenomeni di degrado ambientale in una zona già fortemente compromessa.

Le indagini, ancora in corso, proseguiranno per garantire il rispetto delle norme ambientali e tutelare le matrici ambientali da ulteriori contaminazioni.

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