Paolo Rossi e i campioni del mondo

Simone Di Trapani
Simone Di Trapani 8 min lettura

Paolo Rossi e i Campioni del mondo, gridato tre volte. Chi l’ha vissuta come può dimenticare Nando Martellini, il presidente Pertini che scatta in aria a braccia alzate e Paolo Rossi, il numero 20 che non smetteva mai di segnare.

Avevo i pantaloncini azzurri e la maglietta bianca, con il numero 20 cucito dietro, scesi in strada con una bandiera più grande di me. Avevo 9 anni, l’Italia si laureava campione del mondo per la terza volta a distanza di 44 anni dalla seconda. Paolo Rossi diventava Pablito, idolo indiscusso di tutti noi. Si é spento proprio ieri, nell’annus horribilis che sembra non finire mai.

Spagna 82

Me le ricordo tutte le partite di Spagna ’82, i 3 pareggi bruttissimi con l’incubo che Italia-Camerun si trasformasse in un’altra corea. Qualificati per il rotto della cuffia e finiti in un girone dei quarti impossibile. L’Avventura dell’Italia ai mondiali di Spagna si dovrà fermare necessariamente. Questa Italia stanca e svogliata non può battere i campioni del mondo argentini, con un Maradona in più, né il Brasile più forte di sempre che schiera 9 campioni su 11, gli altri due sono il portiere che fino a quel momento in Brasile non é mai contato ed un assurdo centravanti di nome Serginho (forse il vero motivo della nostra finale), che non si capisce perché sta lì.

La prima partita del girone di ferro é Italia-Argentina. Gentile marca Maradona a uomo e non gli farà toccare palla per tutto il primo tempo. Nella ripresa la squadra appare trasformata, come se avesse preso coscienza della sua forza all’improvviso. Al 12′  l’Italia riparte con Conti da centrocampo, la palla arriva ad Tardelli che triangola con Antognoni e batte con un sinistro rasoterra sul secondo palo il portiere argentino. Siamo in vantaggio. Passano 10 minuti, azione di contropiede in area argentina Conti, dribbla, finta il tiro e la da dietro a Cabrini che arriva in corsa ed é 2 a 0. Non servirà a nulla il gol di Passarella per il 2-1 Finale. Adesso qualcuno comincia a crederci, ma il Brasile é una squadra stellare.

Il calcio

È il 5 luglio, fa caldo a Palermo, in tutti i sensi. l’82 é l’anno della seconda guerra di mafia e i morti per strada sono tanti. Quel giorno ero dai nonni, sdraiato sul tavolo della cucina, cantavo l’inno con mio nonno Simone. A 9 anni il calcio per me era un pallone di cuoio rovinato dall’asfalto, ginocchia sempre sanguinanti, porte fatte con 4 massi per strada e urla dei genitori dai balconi per richiamare in casa i figli. I calciatori professionisti li vedevo solo sulle figurine e a novantesimo minuto. Le partite intere si vedevano su rai 1 solo quando giocava la nazionale.

Ecco allora che il mondiale diventava la mia occasione per vedere per la prima volta il calcio. Mi ero divertito a guardare Scozia-Unione Sovietica 2-2 e mi era piaciuto tantissimo il secondo tempo di Italia-Argentina. Ma giocavamo con i più forti del mondo e per quanto visto fino a quel momento nostri non sono proprio all’altezza di Falcao, Eder, Junior, Cerezo, Zico e del grande Socrates. Ma quel secondo tempo contro l’Argentina.

Italia – Brasile. Inizia il Mondiale di Paolo Rossi

Quinto minuto di Italia-Brasile, Paolo Rossi per me, fino ad allora, era stato solo una figurina. Cross di Cabrini e testa di Rossi, un boato fa tremare pure le finestre. Stiamo battendo il Brasile, mi sento euforico, ma dura poco.

Dopo 7 minuti mi innamoro follemente del calciatore che sarebbe stato sempre nel mio cuore. Giocava con la maglia gialla e si chiamava Socrates. Riceve palla di tacco da Zico e segna battendo Zoff sul primo palo, il suo, quello dove non si può prendere gol, il posto in cui solo un genio come il dottore avrebbe calciato. Misurando lo spazio esatto tra il piede del portiere e il palo in una frazione di secondo. Ma l’Italia gioca e gioca bene. Al 25′ Cerezo fa un passaggio in orizzontale con troppa sufficienza, Paolo Rossi é un fulmine, ruba palla e con un gran tiro dal limite fredda il Brasile per la seconda volta. Cavolo ma dov’era stato fino ad adesso. Il primo tempo finisce 2-1.

Nel secondo tempo il Brasile tiene palla e ci fa soffrire fin quando al 23′ Falcao fa un gol bellissimo e i nostri sogni sembrano naufragare. Il Brasile, la squadra più forte, quella dei campioni, va a prendersi la coppa. Ma a 15 minuti dalla fine la difesa brasiliana si dimentica di Paolo Rossi in area di rigore e lui fa la tripletta che li condanna. A quel Punto non ci prendono più, viene anche annullato un gol regolare ad Antognoni e Zoff continua a parare di tutto. Si scende per la prima volta in strada a festeggiare.

Campioni del Mondo

Viva Paolo Rossi, Viva L’Italia, il primo mondiale che ricordo lo stiamo andando a vincere. In semifinale c’é la Polonia del noiosissimo 0-0 nel girone. Non c’é partita l’Italia é lanciatissima verso il traguardo vince 2-0 e li fa entrambi Paolo Rossi. Mi sono innamorato di Socrates, ma chiedo a mia nonna di cucire il numero 20 su una magliettina bianca. E lei fece anche una bandiera verde, bianca e rossa enorme. La finale fu un dettaglio, nonostante il rigore sbagliato da Cabrini, farne tre ad una Germania stanca dalla semifinale vinta ai rigori con la Francia era il minimo. Ed il primo lo face sempre Pablito. Al triplice fischio sono vestito con il numero 20 e scendo in strada con la mia bandiera.

Paolo Rossi per me é stata la prima gioia legata al calcio, il primo idolo da emulare, le prime partite viste in tv, gli ultimi momenti di gioia con mio nonno Simone, che si sarebbe ammalato poco dopo. Quelli dell’82 sono i miei campioni del mondo (quelli del 2006 sebbene in molti indossavano la maglia rosanero sono i vincitori di un mondiale). I ragazzi di Bearzot sono quelli di un calcio fatto di campioni veri, funamboli, geni e lottatori. La morte del mio primo idolo, mi da l’ineluttabile sensazione della fine di quel calcio romantico che ho amato in modo viscerale.

Che la terra ti sia lieve Campione

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