La numero 70. L’ennesima donna che diventa un numero.
Stamattina ho acceso la televisione, come di consuetudine mentre faccio colazione, e ho sentito una notizia che mi ha fatto venire la pelle d’oca. Da li, ho preso lo spunto per parlare di un argomento importante e ahimè ancora troppo e sempre più attuale: il femminicidio.
Ma andiamo con ordine.
Sofia, una ragazza di una bellezza disarmante, di soli 20 anni, è stata sgozzata mentre dormiva dall’ ex fidanzato. Pare che lei fosse andata a ballare con un’amica, e lui in possesso delle chiavi di casa, si sia introdotto dentro e nascosto in un armadio. Intorno alle 6 di mattina, la ragazza rientra con l’amica e si addormentano. Ed ecco, che l’ennesimo…. scusate, ho un blocco nel definirlo…. comunque, ci siamo capiti penso… è uscito dall’armadio e l’ha uccisa.
Il servizio nel documentare la vicenda ha detto che Sofia, è la numero 70 dall’inizio dell’anno.
LA NUMERO 70. No.
Sofia era un essere umano. Una donna. Una figlia.
Non di certo un numero.
Sofia è l’ennesima persona alla quale è stata tolta la vita per mano di chi per 5 anni le ha detto di amarla.
Non la numero 70.
La numero 70: i femminicidi
Ma Sofia, cosi come Giulia e il suo piccolo in pancia, sono solo tra le ultime vittime di amori tossici, malati, alla quale si sono ribellate.
Vite spezzate, famiglie distrutte, e tanto dolore, per colpa di esseri , non capaci di accettare un rifiuto.
La maggior parte delle donne uccise, sono state tolte da questo mondo per mano di ex, fidanzati, mariti. E se non possiamo stare tranquille neanche della persona con cui viviamo, condividiamo il letto e magari ci facciamo anche dei figli, dove siamo diretti? Quale futuro ci aspetta?
Credo che dopo la numero 70 per provare a non dover dire la numero 71, 72 ecc c’è bisogno di coesione. Credo che gli uomini, quelli veri, debbano essere i primi a dire “NO”. A discostarsi da questo tipo di “mascolinità tossica”. E dovrebbero essere in prima fila a lottare contro la disumanità.
Un giorno, in una storia su instagram, un ragazzo disse che ” dovremmo tutti essere femministi” e mi fece riflettere un sacco.
Pensateci.
Pensate a cosa voleva intendere, non al femminismo come ad un movimento e poi capirete credo, che aveva ragione.
Iniziamo tutti insieme a dire basta.