Un’intricata rete di falsificazioni e raggiri, orchestrata da un concessionario di auto usate di Ispica, nel Ragusano, è stata smantellata da un’operazione congiunta di Carabinieri e Guardia di Finanza. L’indagine, coordinata dalla Procura di Ragusa, ha portato alla luce una maxi truffa ai danni di una società finanziaria, con un sequestro preventivo di beni per quasi 700.000 euro e la confisca di 15 autovetture sparse in diversi comuni della Sicilia sud-orientale. Un raggiro che, secondo gli inquirenti, si basava sulla presentazione di documenti reddituali falsi o alterati per ottenere finanziamenti che, altrimenti, non sarebbero mai stati concessi.
L’indagine, condotta con meticolosità dai Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Ragusa, ha svelato un meccanismo fraudolento che, allo stato attuale delle indagini e in attesa del contraddittorio con gli indagati, vedrebbe al centro il titolare del concessionario di auto usate di Ispica. Quest’ultimo, secondo l’accusa, con la complicità di altri soggetti, avrebbe predisposto una serie di contratti di finanziamento con la società F.C.A. Bank (ora C.A. Bank) per l’acquisto di autovetture presso la sua concessionaria. Il punto cruciale della truffa, però, risiedeva nella documentazione presentata: i documenti reddituali dei clienti erano falsi o alterati, in modo da farli apparire più solidi economicamente di quanto non fossero in realtà.
Questo stratagemma avrebbe permesso al concessionario di ottenere un duplice vantaggio illecito. Da un lato, incassava il prezzo di vendita delle singole automobili, dall’altro, raggiungeva gli obiettivi di vendita e i relativi premi stabiliti dalla società finanziaria, grazie all’alto numero di finanziamenti approvati. Gli acquirenti, a loro volta, ottenevano un’auto che, in condizioni normali, non avrebbero potuto permettersi. Molti di loro, in tempi rapidissimi, rivendevano il veicolo a terze persone, estranee alla truffa, intascando un ulteriore profitto illecito e, ovviamente, omettendo di pagare le rate del finanziamento originario.
Gli investigatori hanno passato al setaccio ben 43 contratti di finanziamento, riscontrando in tutti le medesime irregolarità. Un lavoro certosino che ha portato alla luce un giro d’affari illecito di notevoli proporzioni. L’operazione ha condotto al sequestro di 15 autovetture, rintracciate nei comuni di Pozzallo, Ispica, Portopalo di Capo Passero, Pachino, Noto, Rosolini e Priolo Gargallo, oltre a una consistente somma di denaro trovata nella disponibilità del concessionario indagato.
Va precisato che, al momento, le accuse formulate dalla Procura di Ragusa, e condivise dal GIP, dovranno essere confermate nel corso del processo, e che per tutti gli indagati vige la presunzione di innocenza fino a una sentenza definitiva. L’indagine, tuttavia, rappresenta un segnale forte nella lotta alle truffe e alle frodi finanziarie, a tutela dei consumatori e della legalità nel mercato automobilistico. Un mercato, quello delle auto usate, che deve essere improntato alla trasparenza.
