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Reading: Il 21° femminicidio del 2025 ha il volto di una 14enne: Martina Carbonaro
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Il volto del 21° caso di femminicidio in Italia è una 14enne: Martina Carbonaro
Meridio Post > Blog > Fatti > Il 21° femminicidio del 2025 ha il volto di una 14enne: Martina Carbonaro
Fatti

Il 21° femminicidio del 2025 ha il volto di una 14enne: Martina Carbonaro

Marina Carone
Last updated: Maggio 28, 2025 9:12 pm
Marina Carone - Marina Carone
Published Maggio 28, 2025
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Martina Carbonaro, 14 anni, uccisa ad Afragola: è il 21° femminicidio del 2025.
Una studentessa di seconda media che viveva con la madre Enza Cossentino e il suo fratellino.

Il silenzio spezzato: la storia di Martina 

Il silenzio di una comunità viene spezzato da una notizia atroce: una ragazza di soli 14 anni, Martina Carbonaro, è stata brutalmente uccisa nel cuore di Afragola, un comune della provincia di Napoli, segnato da problemi sociali e culturali profondi.

In pochi giorni, il sogno di una giovane vita si è trasformato in un’altra tragica statistica, la 21ª vittima di femminicidio in Italia nel 2025.

Ma dietro questo numero, c’è una storia che chiede di essere raccontata, compresa e, soprattutto, fermata.

Martina era una studentessa di seconda media. Viveva con la madre Enza Cossentino e il fratellino. Nel quartiere era conosciuta come una ragazza solare, timida ma determinata, con una passione per la musica e il disegno e il sogno di diventare una grafica o un’artista.

Un anno fa aveva iniziato una relazione con Alessio Tucci, 18 anni, conosciuto tramite amici comuni. Una relazione che all’apparenza sembrava normale, ma che celava segnali di allarme: gelosia ossessiva, possessività e un controllo costante che hanno finito per imprigionare Martina in un legame tossico.

Nessuno ha colto quei segnali in tempo. Nessuno ha agito per tempo.

Il profilo del killer e il giovanissimo femminicidio 

Due giorni fa, la madre di Martina ne aveva denunciato la  scomparsa. Le ricerche hanno portato al ritrovamento del corpo in un edificio abbandonato nei pressi  dell’ex stadio Moccia ad Afragola, segnando un altro, tragico capitolo nella lunga lista di femminicidi che affliggono il nostro Paese.

A confessare l’omicidio è stato Alessio Tucci, ex fidanzato della ragazza, muratore di 18 anni originario dello stesso comune, che ha ammesso di aver colpito brutalmente Martina con dei sassi in un impeto di rabbia dopo che lei aveva deciso di lasciarlo.

Un gesto che, nella sua brutalità, racconta una drammatica escalation di violenza nata da una relazione tossica  fondata su dinamiche di controllo e gelosia patologica.

Il giovane è stato fermato con l’ accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. «L’ho colpita con una pietra trovata sul posto» ha dichiarato durante l’ interrogatorio.

Secondo quanto riferito dagli inquirenti, Alessio era stato inizialmente ascoltato come persona informata sui fatti. Ma incrociando diverse testimonianze e visionando le immagini delle telecamere di sorveglianza, i carabinieri hanno ricostruito le ultime ore di Martina: nel video si vedono i due ragazzi aggirarsi nei pressi dello stadio Moccia, per poi entrare in una struttura abbandonata. Dopo qualche ora, dalle immagini, si nota uscire solo Alessio. Posto davanti all’evidenza, ha confessato. «Era provato – ha detto il suo avvocato, Mario Mangazzo – Ha commesso l’omicidio in un momento di rabbia, per gelosia». Secondo quanto ricostruito, i due si erano dati appuntamento per un chiarimento.

Martina avrebbe accettato di entrare spontaneamente nella casupola abbandonata. Poi la lite, l’esplosione di violenza, la morte. Dopo l’omicidio, Alessio è tornato a casa ad Afragola, rientrando nella routine familiare come se nulla fosse accaduto. Vive con i genitori e i fratelli: il padre è muratore, la madre casalinga. Incensurato, lavorava saltuariamente nei cantieri insieme al padre. Un profilo apparentemente anonimo, che però celava una personalità fragile e disturbata, incapace di gestire il rifiuto.

La Procura, in base agli elementi raccolti e alle risultanze investigative, ha emesso un provvedimento di fermo per omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Il giovane sarà presto trasferito nel carcere di Poggioreale.

Il profilo psicologico di Alessio Tucci: e le dinamiche di violenza

Fin dai primi momenti dell’indagine sono emersi chiari segnali di squilibrio psicologico nel comportamento del killer. Infatti, la personalità di Alessio Tucci presenta caratteristiche tipiche del cosiddetto “femminicida relazionale”: con un narcisismo patologico che impedisce la tolleranza al rifiuto, un bisogno di controllo ossessivo che sfocia nell’uso della violenza e una fragilità emotiva mascherata da aggressività.
Questi elementi, uniti a un contesto sociale difficile, hanno creato il terreno per una tragedia  fatale.
Il controllo ossessivo e la gelosia patologica sono segnali spesso sottovalutati o fraintesi nelle prime fasi di una relazione, specialmente tra adolescenti.
Questa dinamica  non riguarda solo l’individuo, ma si inserisce in un contesto culturale ancora patriarcale, dove  la donna è vista come “proprietà” dell’uomo.
Una mentalità pericolosa da estirpare con urgenza.
Aspetti sociali e culturali
Afragola, situata nella periferia di Napoli, è un territorio segnato da problematiche sociali comuni a molte realtà metropolitane italiane: difficoltà economiche, disagio giovanile e modelli culturali ancora fortemente arretrati.
Questi fattori creano un terreno fertile per la violenza, soprattutto dove mancano strumenti adeguati di prevenzione e tutela per i più giovani.
La morte di Martina, così giovane, è un grido d’ allarme fortissimo che ribadisce la necessità di interventi educativi e sociali urgenti, volti a prevenire la violenza di genere e a riconoscere i primi segnali di abuso nelle relazioni giovanili.
Difatti, secondo l’ultimo rapporto ISTAT, nel 2024 si sono registrati oltre 100 femminicidi, con un incremento preoccupante tra le giovani vittime adolescenti.
Nel 2025, Martina è la 21ª vittima confermata, un dato che evidenzia come il problema stia assumendo dimensioni allarmanti, specie tra i più giovani.

Normativa e prevenzione: cosa si può fare

Il quadro normativo italiano prevede già pene severe per i reati di femminicidio e stalking. Tuttavia, la repressione penale arriva spesso troppo tardi  e la prevenzione resta un nodo cruciale.
 Un nodo cruciale che può, e deve, essere sciolto attraverso un lavoro capillare strutturato:
  • con più campagne educative nelle scuole,
  • un maggiore coinvolgimento dei centri antiviolenza,
  • e  una formazione continua e specializzata per gli operatori sociali e forze dell’ordine.
Solo così si può spezzare alla radice la catena della violenza, prima che si trasformi in tragedia.

 Il bisogno di una risposta collettiva, urgente e reale

Martina Carbonaro come tante altre, non deve essere ridotta a una statistica. La sua storia deve scuotere le coscienze.
Perché ogni femminicidio, soprattutto quando colpisce ragazze così giovani, rappresenta una sconfitta per l’ intera  società.
È fondamentale che le istituzioni, scuole,  famiglie e media costruiscano una rete concreta di prevenzione e protezione per :
  1. educare al rispetto,
  2. alla gestione delle emozioni
  3. e alla parità di genere sin dall’ infanzia.
In modo tale che, la memoria di Martina e di tutte le altre vittime, diventi motore di un cambiamento culturale profondo.
Che il suo nome resti vivo nel nostro impegno, affinché nessuna ragazza, nessuna donna, debba più morire così.
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