Un’importante operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce un vasto sistema di corruzione per il TFA (Tirocinio Formativo Attivo) presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Al centro dello scandalo, un’associazione a delinquere che favoriva l’accesso ai percorsi di specializzazione per il sostegno didattico agli alunni con disabilità, in cambio di somme di denaro.
L’indagine, denominata “Operazione Luna Viola”, ha portato all’arresto di tre persone con l’accusa di corruzione e ha coinvolto numerosi aspiranti concorrenti, intermediari e membri della commissione giudicatrice.
Come funzionava il sistema di corruzione
Secondo le indagini, chi voleva assicurarsi un posto al corso di specializzazione doveva pagare una somma complessiva di 15.000 euro, suddivisa in tre tranche da 5.000 euro ciascuna, da versare prima di ogni fase concorsuale.
Gli aspiranti partecipanti al concorso venivano contattati da intermediari che operavano per conto di un istituto privato di alta formazione con sede a Sora, in provincia di Frosinone. Questo istituto avrebbe garantito l’accesso ai candidati tramite l’acquisizione anticipata dei quesiti delle prove preselettive, scritte e orali, grazie alla collaborazione di membri della commissione giudicatrice e di un dirigente dell’ateneo.
Dettagli sulle prove concorsuali
Le indagini hanno rivelato che i candidati paganti ricevevano in anticipo le domande del test preselettivo, elaborate dal dirigente universitario. Questo sistema assicurava un vantaggio esclusivo rispetto agli altri partecipanti, che dovevano affrontare le prove in condizioni di equità.
Per le prove scritte e orali, la corruzione raggiungeva livelli ancora più evidenti: bastava scrivere poche righe, anche con risposte non pertinenti o sbagliate, per ottenere comunque il massimo punteggio. Questo espediente è stato sintetizzato nel messaggio sarcastico dato ai candidati paganti, secondo cui persino un errore plateale, come affermare che “la luna è viola”, sarebbe stato tollerato e valutato positivamente.
I protagonisti dello scandalo
Le autorità hanno identificato quattro figure principali al centro dell’organizzazione:
- Due professori dell’Università di Cassino, membri della commissione giudicatrice.
- Un dirigente dell’ateneo, che forniva i quesiti in anticipo.
- Il titolare dell’istituto privato di formazione di Sora, responsabile della gestione operativa dei pagamenti e del contatto con i candidati.
I professori avrebbero ottenuto vantaggi personali in cambio della loro complicità, tra cui l’accesso gratuito a corsi di formazione per certificazioni linguistiche e informatiche, nonché il diploma gratuito per un figlio presso l’istituto coinvolto.
Le conseguenze per i candidati paganti
Oltre ai membri dell’organizzazione, le indagini hanno coinvolto 23 aspiranti partecipanti al TFA, che hanno pagato somme ingenti per accedere al corso. Questi candidati non solo hanno superato le prove, ma in alcuni casi hanno preteso ulteriori agevolazioni.
Un caso emblematico riguarda una candidata che, insoddisfatta del voto ottenuto alla prova scritta, ha richiesto e ottenuto la rettifica immediata della valutazione.
Sequestri e provvedimenti giudiziari
A seguito dell’operazione, il Tribunale di Cassino ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare domiciliare per i tre principali responsabili e ha disposto il sequestro di 100.000 euro come profitto dei reati contestati. Questa somma rappresenta solo una parte del guadagno illecito accumulato dall’organizzazione durante le sessioni concorsuali del 2022/2023.
L’impatto etico e sociale
Lo scandalo di corruzione per il TFA solleva gravi interrogativi sull’integrità del sistema di selezione pubblica, soprattutto in un settore così delicato come quello del sostegno didattico per alunni con disabilità. L’accesso privilegiato garantito ai candidati paganti ha danneggiato non solo gli altri concorrenti, ma anche il principio di meritocrazia su cui dovrebbe basarsi ogni concorso pubblico.
Questa vicenda evidenzia anche l’importanza di un controllo più rigoroso e trasparente nei processi di selezione per ruoli cruciali come quello del sostegno scolastico.
Reazioni e misure future
L’Università di Cassino ha condannato l’accaduto e si è dichiarata pronta a collaborare con le autorità per fare piena luce sui fatti. Nel frattempo, gli inquirenti proseguono le indagini per individuare eventuali ulteriori responsabilità e per garantire che situazioni simili non si ripetano.
La vicenda mette in evidenza l’urgenza di implementare strumenti tecnologici avanzati e procedure più trasparenti per prevenire episodi di corruzione nei concorsi pubblici.
L’operazione Luna Viola ha svelato un sistema di corruzione radicato che ha sfruttato il concorso TFA per trarne profitti illeciti. Questo scandalo non solo ha colpito l’integrità di un’importante istituzione pubblica, ma ha anche minato la fiducia della comunità nei confronti del sistema educativo.
Il caso rappresenta un monito per istituzioni e cittadini sull’importanza di vigilare e denunciare comportamenti sospetti, affinché la meritocrazia e la legalità prevalgano in ogni ambito pubblico.