Contrastare il bullismo. L’iniziativa di Cento

Francesca Arichetta
Francesca Arichetta 3 min lettura

Contrastare il bullismo, l’iniziativa di Cento.

In un precedente articolo è stato affrontato il problema presente nella nostra società. Ovvero il percorso di studi che ogni studente decide di seguire e il conseguente sentimento di inadeguatezza che nasce nel momento in cui non si riescono a superare gli obiettivi stabiliti. Questa tematica risulta essere presente, a suo modo, anche all’interno delle scuole medie e superiori, non solo nelle università. Dove gli studenti tendono a “fare a gara” a chi ha la media più alta e a chi prende il voto migliore nelle verifiche. Esiste, quindi, una realtà in cui si cerca di vincere una lotta indotta dalla brama di “sedersi sulla poltrona” per accaparrarsi il titolo di “primo della classe”.

Nubes Formazione

Tutto questo, oltre a nascondere una competizione malsana, tende, inoltre, a mettere ancora più in evidenza il fallimento delle persone che non sono in grado di prendere parte a questa gara. Ed è proprio da qui che, frequentemente, nasce il bullismo all’interno delle scuole. La tendenza, quindi, è quella di prendersela con le persone più fragili sbeffeggiandole sulle loro difficoltà e sui loro punti deboli.

Contrastare il bullismo: l’iniziativa di Cento

Il bullismo è un tema che è sempre esistito ma che, spesso, non è stato fronteggiato nella maniera più adatta e di conseguenza non si è mai riuscito a sconfiggere. Negli anni, tante sono state le iniziative che, però, non sono riuscite ad ottenere la giusta valenza. Ma, proprio al riguardo, è uscita poco tempo fa la notizia sul comune di Cento, in Emilia Romagna. In cui sono state adottate nuove disposizioni con l’auspicio di poter arrivare a porre un punto, almeno all’interno della comunità, a questo comportamento sociale.

Infatti Cento ha deciso di sanzionare con delle multe fino a 300 euro i genitori dei bulli. La decisione di tale gesto è un chiaro incentivo. Rivolto a quelle famiglie che troppo spesso tendono a ridimensionare e giustificare i gesti, le parole e gli atti violenti che i loro figli assumono nei confronti di chi credono essere più deboli. Recentemente il sindaco, Edoardo Accorsi, ha spiegato: “Non intendiamo sostituirci a chi ha già il compito di vigilanza e intervento in ambito di sicurezza. Si agirà sulla scorta di informazioni raccolte dalla polizia locale o dai carabinieri o dagli istituti scolastici. Ciò permetterà di intervenire prima che tutto degeneri in situazioni che poi assurgono a rilevanza penale.”

Questo atto educativo e di sensibilizzazione si spera possa dar vita ad una catena. Che riesca non solo a dar voce a questa realtà ma che possa, anche, rappresentare una fine o uno squarcio di luce per tutti coloro che non soccombono.

Condividi questo articolo
Lascia un commento