Operazione dei Carabinieri a Catania: smantellata una banda specializzata in furti in abitazione e di auto. Quattro misure cautelari (due in carcere, due ai domiciliari).
Una serie di furti in abitazione e di autovetture, che avevano creato allarme in diversi comuni della provincia etnea, ha trovato una risposta nell’operazione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Gravina di Catania. Al termine di complesse indagini coordinate dalla Procura Distrettuale della Repubblica (pm Tiziana Laudani e Michela Maresca, coordinate dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo), i militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattro persone, ritenute componenti di un gruppo criminale specializzato in reati contro il patrimonio.
La “Batteria” in Azione: Furti Seriali da Belpasso ad Aci Sant’Antonio e il Modus Operandi
Le indagini, svolte dalla Sezione Operativa tra marzo e settembre 2024, hanno preso le mosse da un tentato furto in abitazione a Belpasso. L’autore, identificato sulla base di gravi indizi in Roberto Caponetto (42 anni), avrebbe cercato di forzare la porta di un garage con una grossa tenaglia, desistendo solo dopo essersi accorto delle telecamere di videosorveglianza. Nel tentativo di fuggire, si sarebbe arrampicato su una grondaia, arrivando a modificare manualmente l’inquadratura delle telecamere. Questo episodio ha dato il via a un’attività investigativa più ampia, fatta di pedinamenti e analisi tecniche, che ha permesso di collegare Caponetto e altri complici a numerosi altri episodi. A San Giovanni La Punta, poco dopo, Caponetto avrebbe tentato un altro furto in pieno giorno forzando una finestra, questa volta con la presunta complicità di Biagio Luca Capone (35 anni), che avrebbe fatto da “palo”. Il colpo non andò a segno per il continuo passaggio di persone. I due sarebbero stati identificati grazie alle immagini di una telecamera vicina, che ha ripreso volti e targa dell’auto usata per la fuga. Caponetto è gravemente indiziato anche di un altro tentativo a Gravina di Catania (messo in fuga dalle urla di un vicino) e di un furto consumato a San Pietro Clarenza, dove avrebbe rubato una bicicletta da un garage (anche qui, ripreso dalle telecamere). Ancora Caponetto e Capone, in concorso, avrebbero poi messo a segno un furto in una villetta a Mascalucia, rubando beni per circa 600 euro mentre uno faceva da palo e l’altro scavalcava la recinzione. Caponetto è infine indiziato di un altro furto a Trecastagni, dove avrebbe rubato beni per centinaia di euro, inclusi strumenti di lavoro della vittima, venendo identificato sempre grazie alle videocamere. L’indagine ha ricostruito un modus operandi ricorrente: sopralluoghi accurati, scelta di abitazioni vulnerabili (specie con balconi e porte finestre), verifica dell’assenza dei proprietari suonando il citofono e, infine, effrazione e furto.
Le Indagini e le Misure: Carcere e Domiciliari, Anche Furti d’Auto e Ricettazione
Nonostante l’arresto di Caponetto nel maggio 2024 per un altro procedimento, l’attività criminale del gruppo non si sarebbe fermata. Biagio Luca Capone, secondo gli indizi raccolti, si sarebbe riorganizzato, cercando nuovi complici come Francesco Provenzano (31 anni). Con quest’ultimo, a luglio 2024, avrebbe tentato un furto in abitazione ad Aci Sant’Antonio, fallito grazie all’intervento della vittima allarmata dai rumori. Le indagini hanno rivelato che il gruppo non si limitava ai furti in casa, ma si dedicava anche ai furti di autovetture e alla ricettazione. Nel giugno 2024, Capone, in presunto concorso con Alessandro Gino Costantino (47 anni), avrebbe nascosto in una zona isolata di San Giovanni La Punta una Citroen C3 rubata a Catania nell’ottobre 2023 (poi recuperata e restituita). Dieci giorni dopo, Capone avrebbe rubato una Fiat Bravo a Motta Sant’Anastasia (anch’essa recuperata a Librino). Complessivamente, sono stati contestati 3 furti in abitazione consumati, 4 tentati, 1 furto d’auto e 1 ricettazione. Alla luce del grave quadro indiziario, il GIP Dora Catena, su richiesta della Procura, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Roberto Caponetto e Biagio Luca Capone, e gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per Francesco Provenzano e Alessandro Gino Costantino. Si ricorda che tutti gli indagati sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.