Tensione al Commissariato di Alcamo: pregiudicato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale durante la notifica di un provvedimento. Revocati i domiciliari, torna in carcere.
Un episodio di tensione e violenza si è verificato al Commissariato di Alcamo, dove un’operazione di routine, la notifica di un provvedimento di detenzione domiciliare, si è trasformata in un’aggressione ai danni degli agenti di Polizia, culminata con l’arresto di un pregiudicato locale e la revoca del beneficio della detenzione alternativa. Un fatto che evidenzia le difficoltà e i rischi che le forze dell’ordine affrontano quotidianamente nel loro lavoro.
La Notifica dei Domiciliari e la Reazione Violenta
L’intervento degli agenti del Commissariato di Alcamo aveva come obiettivo l’esecuzione di un provvedimento di detenzione domiciliare, emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo nei confronti di un uomo già noto alle forze dell’ordine. Il pregiudicato, un cittadino alcamese, doveva scontare un residuo di pena per i reati di evasione e lesioni personali, commessi nel 2017. Una misura, quella della detenzione domiciliare, che rappresenta un’alternativa alla reclusione in carcere, concessa in determinate circostanze e a determinate condizioni.
Tuttavia, nel momento in cui l’uomo è stato convocato presso gli uffici del Commissariato per la redazione degli atti necessari all’esecuzione del provvedimento, la situazione è degenerata. Improvvisamente, il pregiudicato ha dato in escandescenze, manifestando la sua contrarietà alla misura e cercando di lasciare gli uffici con atteggiamenti minacciosi. Non solo ha tentato di forzare l’uscita, ma ha anche spintonato e minacciato di morte gli agenti presenti, rendendo necessario un intervento immediato per contenerlo e riportare la calma. Neppure l’intervento della madre e del fratello, che erano anche loro presenti, è servito.
L’Arresto in Flagranza e la Revoca dei Domiciliari
Considerata la gravità del comportamento del pregiudicato, la sua resistenza violenta e le minacce proferite nei confronti degli agenti, il Pubblico Ministero, immediatamente consultato, ha disposto l’arresto in flagranza per resistenza a pubblico ufficiale. Un reato che prevede pene severe e che testimonia la gravità dell’aggressione subita dalle forze dell’ordine. Successivamente, il giudice ha convalidato l’arresto, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico. Una decisione che, tuttavia, è stata rapidamente superata da un provvedimento dell’Ufficio di Sorveglianza di Trapani, che ha revocato la misura alternativa della detenzione domiciliare, stabilendo che l’uomo dovesse scontare il resto della pena in carcere.
Di conseguenza, il cittadino alcamese è stato nuovamente trasferito presso la casa circondariale di Trapani, dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Un epilogo che sottolinea come la violenza e la resistenza nei confronti delle forze dell’ordine non solo siano reati gravi, ma possano anche portare a conseguenze ben più pesanti per chi li commette, come in questo caso la revoca di un beneficio concesso. L’episodio di Alcamo riaccende i riflettori sul tema della sicurezza degli operatori di Polizia e sulla necessità di garantire il rispetto della legge e delle decisioni dell’Autorità Giudiziaria.