RAGUSA — Un decreto di sequestro preventivo per circa tre milioni di euro sta colpendo undici società attive nella filiera degli imballaggi in legno del Vittoriese. Il provvedimento, emesso dal gip ed eseguito dai finanzieri del Comando provinciale di Ragusa, arriva al termine di un’indagine che ha ricostruito un articolato sistema di frode fiscale fondato sull’uso di “cartiere”, alcune con base all’estero e tutte riconducibili, secondo gli inquirenti, a un imprenditore indicato come il regista dell’organizzazione. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Ragusa, guidata da Francesco Puleio.
Le verifiche, condotte dalla Compagnia della Guardia di finanza di Vittoria, hanno messo in luce un meccanismo che sfruttava società intestate a prestanome, prive di struttura e di reale operatività. Queste imprese, solo formalmente cessionarie di merci, risultano avere omesso i versamenti dovuti, generando un vantaggio competitivo illecito: al destinatario finale dei prodotti venivano garantite forniture a prezzi notevolmente più bassi di quelli praticati sul mercato. Un circuito che, oltre a erodere base imponibile e gettito fiscale, alterava le condizioni di concorrenza nel settore.
Parallelamente, gli investigatori contestano all’imprenditore il reato di autoriciclaggio. Secondo quanto ricostruito, i proventi illeciti sarebbero stati fatti transitare tra società cartiere italiane e omologhe estere attraverso una sequenza di movimenti bancari e giustificazioni fittizie — pagamenti per prestazioni mai eseguite o restituzioni di prestiti inesistenti — con l’obiettivo di schermarne l’origine e reimmetterli nel circuito economico con parvenza di legittimità.
Al termine di questa fase operativa, ventidue persone sono state denunciate a piede libero per emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e per autoriciclaggio. Contestualmente sono scattate tredici perquisizioni presso le sedi delle aziende coinvolte e nelle abitazioni dei rappresentanti legali. Alle attività hanno preso parte, oltre ai finanzieri di Ragusa, il I Gruppo Catania e un’unità cinofila “cash-dog” della Compagnia Pronto impiego del capoluogo etneo, specializzata nel rinvenimento di denaro contante.
Il sequestro, eseguito nella mattinata del 29 ottobre 2025 (ore 10.39), mira a cautelare le somme ritenute profitto dei reati ipotizzati e a interrompere l’operatività della catena di società di comodo. La Procura prosegue il coordinamento delle attività di analisi documentale e finanziaria, mentre la Guardia di finanza proseguirà gli approfondimenti per quantificare in modo definitivo l’imposta evasa e delineare il perimetro delle responsabilità individuali nell’ambito dell’organizzazione.



