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Reading: Uccise il figlio al culmine di una lite. A San Gregorio stretta sulle armi
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Meridio Post > Blog > Territorio > Catania > Uccise il figlio al culmine di una lite. A San Gregorio stretta sulle armi
CataniaPrimo Piano

Uccise il figlio al culmine di una lite. A San Gregorio stretta sulle armi

Lucrezia Mirabella
Last updated: Maggio 25, 2025 8:51 am
Lucrezia Mirabella - Lucrezia Mirabella
Published Maggio 25, 2025
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SAN GREGORIO DI CATANIA – Non si placa l’eco del tragico omicidio del giovane Carlo La Verde a San Gregorio di Catania, e i Carabinieri intensificano la loro azione sul territorio. Nell’ambito di una serie di controlli mirati sulla detenzione di armi, scattati a seguito del delitto che quasi un mese fa ha sconvolto la comunità, tre parenti della vittima sono stati denunciati. Durante le verifiche, condotte anche nell’abitazione di famiglia del 23enne, i militari hanno scoperto e sequestrato un ingente quantitativo di munizioni, oltre 1.500 cartucce, detenute illegalmente, oltre a riscontrare significative irregolarità nella custodia di armi legalmente dichiarate.

L’omicidio di Carlo La Verde, colpito mortalmente, secondo le accuse, da un colpo di pistola sparato dal padre all’interno delle mura domestiche, ha lasciato una ferita profonda nel tessuto sociale di San Gregorio. Questo drammatico evento ha inevitabilmente spinto l’Arma dei Carabinieri a intensificare ulteriormente le già programmate attività di vigilanza e controllo del territorio. Una particolare e scrupolosa attenzione è stata dedicata al delicato settore del possesso e della detenzione di armi da fuoco e del relativo munizionamento nell’area, con l’obiettivo primario di prevenire ulteriori possibili criticità, verificare il rispetto delle normative e garantire un più elevato standard di sicurezza pubblica per tutti i cittadini.

Proprio in questo contesto di accresciuta vigilanza, nella mattinata di ieri (o nelle prime ore di oggi, a seconda del momento esatto della conclusione e comunicazione dell’operazione), i Carabinieri della Stazione di San Gregorio di Catania hanno portato a termine una serie di verifiche mirate su diversi obiettivi considerati sensibili. Tra questi, è stata sottoposta a un controllo approfondito anche l’abitazione che fu della famiglia del giovane e sfortunato Carlo La Verde. L’ispezione, specificamente focalizzata sul pieno rispetto della complessa e stringente normativa che in Italia regola la detenzione legale di armi da fuoco, ha inizialmente portato al rinvenimento di diverse armi che, da un primo esame documentale, risultavano regolarmente detenute da alcuni parenti del ragazzo deceduto.

Tuttavia, è stato proprio da questi controlli più approfonditi che sono emerse le significative irregolarità che hanno portato alle denunce. In particolare, è stato accertato con chiarezza dagli operanti che i legittimi detentori delle armi avevano colpevolmente omesso di comunicare alle autorità di pubblica sicurezza competenti per territorio i cambi di domicilio relativi alla custodia delle armi stesse. Queste, infatti, risultavano formalmente ancora custodite e registrate presso l’abitazione che, tragicamente, fu anche il teatro del delitto, nonostante i rispettivi proprietari avessero, di fatto, da tempo cambiato il proprio indirizzo di residenza o domicilio. Si tratta di un’omissione amministrativa che assume particolare rilievo in materia di armi. Ma la scoperta considerata più eclatante e potenzialmente pericolosa è avvenuta durante l’ispezione più minuziosa dei locali e delle pertinenze: i militari dell’Arma hanno infatti scovato e immediatamente posto sotto sequestro penale un ingente quantitativo di munizioni. Si parla di ben 1.530 cartucce di vario calibro, per le quali non era mai stata presentata alcuna denuncia di detenzione alle autorità, configurando quindi il reato di detenzione abusiva di munizionamento.

Sulla base degli elementi fattuali e degli indizi raccolti durante i controlli, elementi che dovranno naturalmente trovare piena conferma e essere attentamente vagliati nel corso del successivo iter giudiziario, tre persone, tutte legate da vincoli familiari diretti o indiretti con la vittima Carlo La Verde, sono state deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria competente. Si tratta, più nel dettaglio, di una pensionata di 83 anni, domiciliata nella città di Catania; di una donna di 58 anni, anch’ella residente nel capoluogo etneo; e di un uomo di 50 anni, pure lui catanese. Tutti e tre sono ora formalmente indagati per aver omesso di aggiornare le autorità, come previsto dalla legge, circa la variazione del luogo di detenzione delle armi di loro rispettiva proprietà e, accusa più grave, per la detenzione abusiva dell’ingente quantitativo di munizionamento rinvenuto e sequestrato. Per tutti loro, come è doveroso ricordare in ogni fase del procedimento penale, vige naturalmente il principio costituzionale della presunzione di innocenza fino a un’eventuale sentenza di condanna definitiva.

Questo significativo episodio si inserisce in un quadro più ampio di controlli e di attenzione che i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania stanno portando avanti con rinnovata determinazione e capillarità su tutto il territorio etneo, con un focus particolare che emerge dopo i recenti e gravi fatti di cronaca che hanno interessato la provincia. L’obiettivo dichiarato e perseguito è quello di assicurare un monitoraggio costante e stringente sulla circolazione e sulla detenzione legale e illegale di armi e munizioni.

Questo al fine di prevenire abusi, negligenze o, peggio, utilizzi illeciti di armi, e per rispondere con la massima fermezza e tempestività a ogni segnale di illegalità, a tutela della sicurezza, dell’ordine pubblico e della tranquillità dell’intera collettività.

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