Una piastrella leggermente sollevata, una chiave delle cassette postali nascosta sotto e, infine, una pistola carica e pronta a sparare dentro una buca delle lettere. Sembra la trama di un film, invece è la cronaca di una caccia al tesoro criminale nel cuore del quartiere Zen di Palermo, dove i Carabinieri, guidati dal fiuto eccezionale del cane “Ron”, hanno scoperto e sequestrato un arsenale di armi, munizioni e droga.
L’operazione è scattata durante uno dei quotidiani servizi di controllo del territorio della Compagnia di San Lorenzo. All’interno dell’androne di uno dei padiglioni di via Costante Girardengo, i militari della Stazione San Filippo Neri, supportati dal pastore tedesco del Nucleo Cinofili di Villagrazia, hanno avviato un’ispezione.
È stato il cane Ron a dare la svolta. Ha iniziato a segnalare con insistenza una mattonella del pavimento. Sollevata, i militari non hanno trovato droga, ma una chiave. La chiave di una cassetta postale. Usandola per aprire una delle buche delle lettere dello stesso androne, i Carabinieri hanno trovato la vera sorpresa: una pistola calibro 38 special, carica con cinque cartucce e pronta all’uso, con altre cinque munizioni di scorta.
Ma le scoperte non erano finite. Le aree comuni dell’edificio erano state trasformate in un vero e proprio deposito. Nascosto in un soppalco ricavato in un sottoscala, è stato trovato un panetto di hashish da 77 grammi. Altre dosi della stessa sostanza erano celate all’interno di un barattolo metallico, posizionato sotto una cassa di plastica sulla pubblica via. In totale sono stati sequestrati quasi 100 grammi tra hashish e marijuana.
Nell’ambito di controlli estesi, i motociclisti del Nucleo Radiomobile hanno inoltre rinvenuto, in un magazzino in una via intitolata a Socrate di Agrigento, altri 52 proiettili dello stesso calibro della pistola.
Tutto il materiale, ritrovato in aree non riconducibili a una singola persona, è stato sequestrato a carico di ignoti. Ora la parola passa alla scienza. L’arma sarà analizzata dai Carabinieri del R.I.S. di Messina per gli accertamenti balistici, cruciali per verificare se sia stata utilizzata in precedenti episodi criminosi. Un’operazione che dimostra come, anche nei nascondigli più impensabili, la criminalità non possa sfuggire al fiuto infallibile dei cani dell’Arma.



