Scandalo al Cimitero Comunale di Trapani: arrestato un ex necroforo per corruzione e concussione. Sospese 3 ditte funebri. Indagati anche un medico legale e altre 15 persone.
Un sistema inquietante di corruzione, concussione e persino sciacallaggio che ruotava attorno alla gestione del Cimitero Comunale di Trapani è stato smantellato da un’indagine della Polizia di Stato. Questa mattina, su richiesta della Procura, sono state eseguite cinque misure cautelari: due persone sono finite in manette, tra cui un ex necroforo considerato il fulcro del meccanismo illecito, mentre per tre imprese di onoranze funebri della città è scattato il divieto temporaneo di esercitare l’attività. L’inchiesta ha svelato una sorta de “gestione privatizzata” dei servizi cimiteriali, dove la funzione pubblica sarebbe stata piegata a interessi personali e affaristici.
Il “Sistema” del Necroforo: Loculi, Favori, Sciacallaggio e Fiori Rubati
Le indagini, coordinate dalla Procura di Trapani e condotte dalla Squadra Mobile, hanno fatto emergere un quadro sconcertante. L’ex necroforo, figura centrale dell’inchiesta, insieme a un suo fidato collaboratore (anch’egli arrestato), avrebbe messo in piedi un sistema rodato per trarre profitto illecito dai servizi cimiteriali. In cambio di denaro, presentato spesso come un semplice “caffè per il necroforo” ma che costituiva un vero e proprio tariffario illegale, si garantivano sepolture rapide e, soprattutto, la disponibilità di loculi comunali. Secondo gli investigatori, l’ex necroforo decideva arbitrariamente sullo stato di decomposizione delle salme, accelerando le estumulazioni per “liberare” posti e favorire nuovi ingressi, sempre dietro pagamento. Un meccanismo che lucrava sul dolore e sulla necessità dei cittadini in un momento di particolare vulnerabilità. Ma le condotte illecite non si fermavano qui. L’indagine ha portato alla luce episodi di vero e proprio sciacallaggio: l’ex necroforo avrebbe sottratto monili d’oro dalle salme prima della sepoltura o durante le operazioni di estumulazione, per puro arricchimento personale. Inoltre, venivano favoriti lavori di muratura presso le cappelle private, eseguiti da manodopera compiacente al di fuori dei canali ufficiali, eludendo così il pagamento delle imposte comunali. Tra le pratiche più ciniche emerse, vi sarebbe stato anche il riutilizzo dei fiori freschi prelevati dalle tombe per essere rivenduti da fiorai segnalati dallo stesso necroforo. Un sistema che garantiva favoritismi anche ad alcune agenzie funebri compiacenti, ora colpite dal divieto di esercizio.
L’Indagine della Mobile: Dalla Segnalazione agli Arresti, Coinvolto Medico Legale
L’inchiesta è partita nel luglio 2023 grazie alla segnalazione coraggiosa di un dirigente comunale, che aveva denunciato l’atteggiamento ostruzionistico dell’allora necroforo nei confronti della ditta incaricata ufficialmente della gestione dei servizi cimiteriali. Da quella denuncia, la Squadra Mobile ha pazientemente ricostruito il complesso quadro di illeciti. In totale, sono state documentate 25 ipotesi di reato, di cui 10 specificamente riconducibili a episodi corruttivi. Le persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sono 18. Tra queste figura anche un medico legale dell’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Trapani. Il professionista è accusato di aver falsamente attestato, in più occasioni, l’avvenuta decomposizione dei corpi o di aver omesso gli accertamenti necessari, facilitando così l’attività illecita del necroforo nel “liberare” loculi. Questa mattina l’esecuzione delle cinque misure cautelari rappresenta un punto fermo nell’indagine, ma l’attività investigativa prosegue. Si ricorda che tutti gli indagati, compresi gli arrestati, sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. L’operazione della Polizia e della Procura di Trapani mira a ripristinare la legalità e la trasparenza in un servizio pubblico particolarmente delicato.