Salvatore Sansica, 66 anni, ritenuto capo della “Banda del Catito”, arrestato di nuovo a Trapani. Spacciava cocaina mentre era ai domiciliari, poco prima della condanna a 13 anni.
Nonostante fosse agli arresti domiciliari e con una pesante condanna appena pronunciata sulle spalle, avrebbe continuato imperterrito a gestire i suoi traffici illeciti. Salvatore Sansica, 66 anni, noto come “U Checcho” e ritenuto dagli inquirenti il capo della “Banda del Catito”, è stato nuovamente arrestato dai Carabinieri di Trapani. L’uomo è stato sorpreso a spacciare cocaina dalla propria abitazione, dove stava scontando la misura cautelare, dimostrando una sfrontatezza e una pervicacia criminale che hanno portato al suo ritorno in carcere.
La Nuova Accusa: Cocaina in Casa Durante i Domiciliari
L’arresto è avvenuto nei giorni scorsi, poco prima che il Tribunale emettesse la sentenza di condanna a tredici anni e quattro mesi di reclusione nei suoi confronti per il ruolo apicale nell’organizzazione dedita al traffico di droga smantellata tempo addietro. I Carabinieri, insospettiti da un continuo e sospetto viavai di persone dall’abitazione di Sansica, hanno deciso di intervenire.
La perquisizione domiciliare, eseguita con l’ausilio del fiuto infallibile del cane antidroga Ron, ha trasformato i sospetti in certezze. I militari hanno rinvenuto dodici grammi di cocaina, già suddivisa e pronta per essere ceduta, insieme a materiale per il confezionamento delle dosi. Un ritrovamento che ha fatto scattare l’arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo la convalida, il 66enne è stato immediatamente trasferito nel carcere di Trapani.
Alle Spalle la “Banda del Catito”: 13 Anni di Condanna
Questo nuovo arresto si aggiunge alla pesante condanna recentemente inflitta a Sansica per la sua attività pregressa. L’uomo è ritenuto il vertice della cosiddetta “Banda del Catito”, un gruppo criminale a conduzione familiare smantellato dai Carabinieri, che per anni avrebbe gestito un fiorente traffico di cocaina, hashish e marijuana nel centro storico di Trapani e nelle isole Egadi.
L’inchiesta, avviata nel settembre 2019 dopo l’arresto di Gaspare Grignano (fermato con 24 dosi di cocaina e che confessò di lavorare per Sansica), ha ricostruito un’attività di spaccio che operava senza sosta tra ottobre 2019 e marzo 2021. La droga, secondo le indagini, arrivava nascosta nelle cassette di frutta, raggiungendo anche le isole Egadi, in particolare Marettimo, dove veniva lasciata al molo secondo precise istruzioni.
La base operativa della banda era proprio via Catito, nel cuore di Trapani, trasformata in una vera e propria roccaforte dello spaccio, dove Sansica, con il supporto del figlio Alberto e di complici, anche di nazionalità tunisina per lo spaccio al dettaglio, avrebbe diretto il traffico. La recente condanna a oltre 13 anni di reclusione testimonia la gravità dei reati contestati e il ruolo centrale attribuito a Sansica nell’organizzazione. Il fatto che continuasse a spacciare anche dai domiciliari evidenzia la sua ostinazione criminale e la necessità di un intervento deciso da parte della giustizia. Si ricorda, come sempre, che l’indagato è presunto innocente fino a sentenza definitiva per le nuove accuse.