All’indomani della Seconda Guerra mondiale l’Italia era caratterizzata dalla presenza di un grande politico democristiano, Alcide De Gasperi (1881-1954). Egli fu alla guida del Paese dal 1945 al 1953. Nei primi anni fino al 1947 guidò il Paese in un governo di unita nazionale insieme al Partito socialista italiano di Pietro Nenni e al Partito Comunista italiano di Palmiro Togliatti.
Con il referendum del 2 giugno 1946 nasceva la Repubblica dando addio alla Monarchia dei Savoia che avevano guidato l’Italia dall’Unità (1861) alla fine della Seconda guerra mondiale. Con la nascita della Repubblica contestualmente si votò per l’assemblea costituente che diede vita alla Costituzione italiana in vigore dal 1 gennaio del 1948.
L’Italia in quel periodo era nel vortice della “guerra fredda” che portò alla rottura tra DC, filo-occidentale e PCI filo-sovietica.
Il Centrismo fu la posizione politica più evidente all’indomani delle elezioni del 1948 quando la DC raggiunse il 48% dei consensi.
Le politiche centriste di De Gasperi tentarono di favorire lo sviluppo del Sud con la Cassa per il Mezzogiorno e la riforma agraria, che non saranno profondamente incisive. La stessa Legge elettorale (legge truffa considerata dalle sinistre) doveva favorire il centro. De Gasperi esce di scena nel 1953 e per tutti gli anni ’50, governi monocolore democristiani o di coalizione centrista portarono alla stabilità politica e allo sviluppo economico. Sono gli anni del boom economico del benessere italiano con tutte le contraddizioni che li caratterizzarono. Davanti gli anni ’60, un altro decennio da raccontare.



