PALERMO – Un pomeriggio di sangue funesta le strade della Sicilia. Tre persone hanno perso la vita in due distinti e gravi incidenti stradali avvenuti nel giro di poche ore questo sabato, 12 aprile, confermando un trend tragico che fa parlare apertamente di “autentica mattanza”. Gli incidenti, uno alla periferia di Palermo e uno sull’autostrada A29dir nel Trapanese, si aggiungono a una scia di lutti recenti – dalla vittima a Capo d’Orlando al motociclista di Carlentini, fino al giovanissimo centauro scomparso la scorsa notte – riaccendendo drammaticamente l’allarme sulla sicurezza stradale nell’isola.
Il primo tragico episodio si è consumato nel quartiere Sperone di Palermo. Una donna di 65 anni è stata travolta da un’automobile mentre si trovava in compagnia dei suoi due nipotini. Per la donna, purtroppo, non c’è stato nulla da fare: la corsa al pronto soccorso si è rivelata vana. I due bambini sono stati trasportati in ospedale per accertamenti. Sulla dinamica esatta dell’investimento sta indagando il reparto infortunistica stradale della polizia municipale di Palermo, al lavoro per ricostruire l’accaduto e accertare eventuali responsabilità.
Poco dopo, un’altra tragedia si è verificata sull’autostrada A29dir, la diramazione che collega l’A29 all’aeroporto di Trapani Birgi. All’altezza del km 0,100, nel territorio di Paceco, un violento scontro tra un’automobile Audi e una motocicletta è costato la vita a entrambi gli occupanti della moto: un uomo di 60 anni e una donna di 57, entrambi residenti a Giarre, in provincia di Catania. Alla guida dell’auto si trovava un uomo di 39 anni, originario della provincia di Palermo. L’impatto è stato devastante. Sul posto sono intervenuti immediatamente i sanitari del 118, le squadre dell’Anas per la gestione della viabilità e gli agenti della Polizia Stradale, cui sono affidati i rilievi per determinare la dinamica esatta dello scontro. La carreggiata in direzione dell’aeroporto è stata chiusa per diverse ore, con il traffico deviato sulla corsia opposta per consentire le operazioni di soccorso e messa in sicurezza.
La Strage Silenziosa: Quando le Regole Non Bastano Più
Questa tragica sequenza di vite spezzate, ultima di una scia di sangue quasi quotidiana, impone una riflessione che vada oltre la semplice cronaca dei fatti. Ciò che sta accadendo sulle strade siciliane assume i contorni di una vera e propria mattanza, un bollettino di guerra inaccettabile che non può essere liquidato come una serie di sfortunate fatalità. Di fronte a questa realtà, il Codice della Strada, sia esso vecchio o nuovo, appare sempre più come pura carta straccia, un insieme di regole ignorate da troppi, trasformando la guida in uno scontro quotidiano tra civiltà e barbarie.
Certo, l’appello all’educazione stradale è costante e necessario. Ma siamo onesti: di fronte a una carneficina di queste proporzioni, affidarsi solo alla lenta costruzione di una coscienza civica appare tragicamente insufficiente, quasi un alibi per non intervenire con la durezza che la situazione richiede. Questa emergenza esige una risposta immediata, forte, repressiva.
È tempo di inasprire drasticamente le pene per chi mette a rischio la vita altrui con comportamenti scellerati. Non è più rinviabile, ad esempio, imporre limitatori di velocità effettivi e inviolabili sui mezzi pesanti: vedere autotreni che si sorpassano a 120 km/h, mettendo a repentaglio decine di vite su arterie trafficate, non è fatalità, è un atto di deliberata e criminale irresponsabilità.
E forse è arrivato il momento di chiamare le cose con il loro nome: quando ci si mette alla guida dopo aver bevuto, o si sfreccia a 80/100 km/h nei centri abitati, o si compiono manovre palesemente assassine con mezzi pesanti, non si sta commettendo una semplice imprudenza. Si sta mettendo consapevolmente nel conto la possibilità di uccidere, trasformando un veicolo in un’arma. È per questo che l’omicidio stradale, in questi casi di manifesta e volontaria noncuranza delle regole e della vita altrui, dovrebbe essere equiparato, senza più ipocrisie, all’omicidio volontario. Perché la scelta di mettere a rischio vite innocenti, che hanno la sola colpa di trovarsi sulla stessa strada, è di fatto una pianificazione di possibili omicidi.Le indagini sui singoli incidenti stabiliranno le dinamiche e le colpe specifiche, ma il quadro generale è allarmante e richiede un cambio di passo radicale. Questo sabato nero è solo l’ultimo, doloroso capitolo di una strage silenziosa. Servono interventi urgenti – infrastrutturali, certo, ma soprattutto di controllo ferreo, repressione severa e certezza della pena – per fermare questo massacro e restituire un minimo di sicurezza e civiltà alle strade della nostra isola. Non possiamo più permetterci di contare i morti giorno dopo giorno.