Pensieri in rivoluzione. Stranizza d’Amuri: l’amuri

Marina Carone
Marina Carone 8 min lettura

Stranizza d’Amuri.

“Man manu ca passunu i jonna ,

’sta frevi mi trasi ’nda ’ll’ossa ,

ccu tuttu ca fora c’è ’a guerra

mi sentu stranizza d’amuri, l’amuri”.

-“Man mano che passano i giorni questa febbre mi entra nelle ossa, nonostante fuori ci sia la guerra mi sento una stranezza d’amore, l’amore”-.

Stranizza d’ Amuri è una canzone in siciliano del celebre Franco Battiato, uscita nel  1979, è ancora oggi un classico, tra i più apprezzati del Maestro siciliano. A ispirarlo difatti, fu proprio il nostro paesaggio dell’Etna. La canzone narra una vicenda che si svolge ai piedi dell’Etna, luogo dell’infanzia di Franco, “che nasce il 23 marzo 1945 a Ionia, in provincia di Catania, comune che, durante l’epoca del fascismo, riuniva le antiche amministrazioni di Riposto e Giarre, tornate politicamente autonome alla fine della II Guerra Mondiale”.

Sappiamo che esistono molte canzoni che raccontano la Sicilia, ma ce ne sono alcune che si contraddistinguono perché sono talmente belle, da somigliare a una poesia.

Tra queste rientra indubbiamente il brano citato sopra, di cui voglio parlarvi oggi. L’avrete sicuramente ascoltato almeno una volta, poiché è uno dei più celebri di Franco Battiato.

Il brano di Battiato

Il brano profondamente attento e calibrato,  insiste sulla levità dell’amore come unico sentimento capace di agire da contrappasso alla guerra. L’amore quindi, ha messo qui in atto il suo potere trasformante e sebbene il contesto sia bellico, la guerra diventa una sorta di sfondo, di sottofondo, mentre il sentimento ha la forza di ergersi a protagonista.

Stranizza d’Amuri infatti, racchiude la forza del paesaggio siciliano, il peso della storia, il retaggio di un popolo e di un’Isola che si fondono fino a diventare una cosa sola. Quella “stranezza” ispirata dalla Sicilia infatti, è più forte di ogni altra cosa. Basta incontrarsi per strada, per sentire ‘na scossa ‘ndo cori.

Nonostante il contesto insolito, la bellezza del sentimento qui, sovrasta la tragedia della guerra.  In luoghi così per Battiato,  l’amore più profondo sboccia in modo autentico.

Infatti, in Stranizza d’amuri  egli parla della capacità dell’amore di sopravvivere a qualsiasi contesto, anche il più negativo. E lo fa attraverso il racconto di una coppia che è innamorata nel bel mezzo della guerra ma che, “nonostante l’orrore che li circonda, sentono che il loro sentimento non cede, non muore, rimane puro e stabile”.

La trama del Film Stranizza d’Amuri

Siamo in Sicilia,  nell’ estate del 1982. Mentre tutta l’Italia è presa dai mondiali di calcio in Spagna, Gianni, un diciassettenne gay, bullizzato dai suoi coetanei e sostenuto unicamente dalla madre Lina, vede cambiare la sua vita quando, per un casuale incidente in motorino, incontra il sedicenne Nino.

Tra di loro nasce una grande amicizia, che si trasformerà in un sentimento che i ragazzi saranno costretti a mantenere segreto, a causa del forte pregiudizio tipico dell’epoca e del luogo teatro delle loro esistenze.

Stranizza d’amuri dunque, è un film del 2023 incentrato su una storia vera, ed è diretto da Giuseppe Fiorello al suo esordio alla regia cinematografica. La pellicola pertanto, racconta un fatto di cronaca degli anni ’80, il delitto di Giarre. Il film è infatti, è dedicato alle due vittime: Giorgio Giammona ed Antonio Galatola

 La recensione del film Stranizza d’Amuri

Iniziamo questa recensione partendo dalla fine: il 31 ottobre 1980 a Giarre dunque, in un piccolo paese della Sicilia, furono trovati i corpi senza vita di due ragazzi. Giorgio e Antonio, mano nella mano  uccisi da due colpi di pistola alla testa.

Ai tempi ai due non gli fu concessa la possibilità di vivere il loro sogno d’ amore, forse perché i tempi non erano ancora maturi.

Forse per la responsabilità di quelle persone che avrebbero dovuto saperli amare senza condizioni.

Sulla base di questo epilogo però, Giuseppe Fiorello ricostruisce (adattando, modificando, spostando) il racconto della storia d’amore dei due ragazzi in un film : Stranizza d’amuri.  Passato nelle sale italiane il 23 marzo.

Tutta l’esperienza di Giuseppe Fiorello come attore si percepisce forte e chiara nella direzione dei protagonisti che riescono benissimo a far vivere allo spettatore le sensazioni.

Dall’ amore, al rimpianto all’amarezza del reale che entra sottopelle e resta lì a bruciare come una ferita mai chiusa.

Ma il centro di gravità che permane all’ interno del film è proprio questo amore che splende come un corpo celeste, nonostante un firmamento ostile. Oggetto fragile che sembra destinato a sparire da un momento all’altro ma che malgrado si ostina, non riesce a smettere di brillare nonostante gli venga costantemente negato uno spazio in cui sopravvivere.

Questo amore quindi, cerca una possibilità di riconoscimento all’interno di una società materna e passionale verso ciò che conosce, ma spietata verso ciò che infatti, ancora non comprende.

Di fronte agli eventi raccontati, nella sottile fessura immaginativa tra la vita reale e le vite possibili adesso, inevitabilmente ci si domanda come sarebbero potute andare le cose, in un posto e in un tempo diversi.

È qui che il film ci presenta il conto, Fiorello infatti, fa fruttare il ricordo di questo avvenimento  in modo critico. Ed è lì che il racconto diventa, se non strettamente politico, di certo civile. E ci coinvolge tutti nella memoria bruciante di quei fatti, in una responsabilità collettiva che ancora oggi si fatica ad ammettere.

Il Delitto di Giarre

Il delitto di Giarre come abbiamo visto è un duplice omicidio commesso nel  1980 a Giarre (in provincia di Catania). Un omicidio che fa comprendere che quei due giovani sono stati uccisi perché omosessuali.  A più di 40 anni da quel duplice delitto i colpevoli non sono stati mai individuati.  La morte di Giorgio e Toni però, ha scosso fortemente l’opinione pubblica che per la prima volta ha ammesso l’esistenza dell’omofobia in Italia.

E divenne fondamentale, in sostanza, nella storia del movimento di liberazione omosessuale italiano in quanto, portò alla fondazione del primo circolo Arcigay.

Dopo questo excursus , ritengo che spiegare l’ amore con le giuste parole risulta al quanto difficile , essendo che ognuno di noi ha una personale concezione. Dopo una ricerca attenta, concludo soffermandomi sul significato:  che ruota attorno al sentimento disinteressato, intenso e profondo di affetto, simpatia ed adesione, rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale.

L’idea, a questo punto che noi ci facciamo di questo sentimento riflette esattamente chi siamo, i nostri desideri, i nostri valori, le nostre aspettative e il nostro modo di vivere le relazioni. Va da sé quindi, che il nostro concetto di amore si porti dietro tutta la nostra storia, il nostro vissuto e le nostre esperienze.

Condividi questo articolo
Lascia un commento