AVOLA — Una lite privata sfociata in un tragico regolamento di conti: è finita così la vita di Paolo Zuppardo, 48 anni, morto nella serata di ieri in seguito a un’aggressione avvenuta nel centro urbano di Avola, in provincia di Siracusa. Due uomini, padre e figlio di 57 e 26 anni, si sono consegnati spontaneamente alla polizia, confessando di essere stati coinvolti nella violenta colluttazione costata la vita all’uomo.
Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti, l’episodio avrebbe avuto origine da dissidi personali che duravano da alcuni mesi. L’incontro casuale tra i tre in via Mattarella ha innescato un inseguimento in auto per le strade cittadine, terminato con il tamponamento del veicolo della vittima. La situazione è degenerata rapidamente: una volta scesi dalle auto, sarebbe iniziata una colluttazione culminata con un colpo alla testa inferto a Zuppardo, presumibilmente con il calcio di una pistola. L’arma, risultata clandestina, è stata sequestrata dagli agenti.
La vittima è stata immediatamente soccorsa e trasportata all’ospedale “Di Maria”, dove è deceduta poco dopo per le gravi ferite riportate. I due aggressori sono stati interrogati in questura e successivamente trasferiti nel carcere di Cavadonna con le accuse di omicidio e detenzione illegale di arma da fuoco.
Zuppardo non era sconosciuto alle forze dell’ordine. In passato era stato coinvolto nell’inchiesta “Eclipse”, condotta dai carabinieri, e accusato di reati legati allo spaccio di droga e ad atti intimidatori nei confronti di figure pubbliche, tra cui il giornalista Paolo Borrometi e l’ex sindaco di Avola, oggi deputato, Luca Cannata.
Proprio Borrometi ha commentato la notizia con un post in cui sottolinea la gravità dell’episodio e lancia un monito: «Uccidere in pieno centro nel 2025 è sintomo di un senso di impunità che persiste». Parole dure che riaccendono l’attenzione su un contesto sociale ancora segnato dalla violenza e dalla presenza pervasiva della criminalità organizzata.