A cosa serve lo storytelling? I consumatori di oggi, rispetto a quelli di qualche anno fa, hanno grossissimi problemi di fiducia. Sono diventati praticamente immuni ad ogni forma di pubblicità digitale. Oggi, paradossalmente il 37% dei consumatori si sente distante dalle aziende, si accusa una chiara difficoltà di connessione. Questo sentimento é ancor maggiore tra le persone della generazione Z.
In un mercato sempre più affollato non possiamo cavarcela dicendo “acquista il nostro prodotto. Siamo i migliori”. I consumatori pretendono la dimostrazione di questa superiorità prima di acquistare. Inoltre, generare traffico non equivale a generare coinvolgimento. L’aumento dei visitatori di un sito Web non si traduce automaticamente in aumento delle vendite. Le persone sono alla ricerca di un motivo per acquistare un prodotto, un’esperienza che accompagni il processo di acquisto e uno stile di vita in cui acquistare.
Qual’é quindi la risposta che si deve dare per superare la sfiducia dei consumatori? Semplice, raccontiamo una storia, ogni brand che si rispetti ne ha una. Facile a dirsi, più difficile a farsi. Utilizzare uno story telling per coinvolgere potenziali consumatori é un arte sottile, che richiede un’attenta pianificazione e la comprensione completa del proprio target.
Il primo step é la creazione di una storia avvincente in grado di coinvolgere i potenziali consumatori, senza promuovere nulla, ma esaltando valori nei quali ci si possa rispecchiare e che si riconoscano facilmente nella mission aziendale e nei prodotti che si offrono.
Un esempio di storytelling
Chi lo fa molto bene é Artificial una start up siciliana fondata dal 25enne Giorgio Gori (insieme a Davide Sher ed Erika Valenti), per diffondere la bellezza dell’arte attraverso cloni delle più importanti sculture classiche, realizzati in tecnologia 3D in fibra di mais. Basta visitare il loro sito per capire che al centro della narrazione non c’é l’opera in se, quanto piuttosto la bellezza artistica che si fa pop pronta ad essere esposta nel salotto di casa.
Quando creiamo lo storytelling dobbiamo farlo immaginando una sorta di verticalità dell’informazione, per la quale il nostro sito web diventa l’apice e la destinazione di tutti gli argomenti dei prodotti in vendita. Per Artificial é la bellezza, per Barilla é la casa, ecc.. Gli argomenti e il loro contenuto sono di fondamentale importanza per stabilire un rapporto di fiducia con il consumatore. E vanno creati ponendo tantissima attenzione ai nostri target di riferimento.
A questo punto del lavoro, abbiamo bisogno dei narratori. Ogni storytelling ha bisogno di essere raccontato, quindi bisogna trovare “creatori di contenuti” di altamente qualitativi che parlano già dei nostri valori da trasmettere e/o che utilizzano già i nostri prodotti e ne parlano sui social. Bisogna selezionarli tra chi ha un numero di follower compreso tra 5000 e 300000 follower, ma facendo maggiore attenzione al loro grado di coinvolgimento.
In conclusione la nostra narrazione deve essere autentica. Deve mostrare e raccontare più di quanto si vende. Bisogna sempre tenere in mente cosa apprezza il nostro target di rifermento. Si devono personalizzare i contenuti a seconda di ogni piattaforma. Ed infine la storia va amplificata attraverso influencer. In definitiva, creiamo ciò che vorremmo consumare. Semplice.