Mazara del Vallo è precipitata nello sgomento. Nel tardo pomeriggio di oggi, un drammatico incidente ha spezzato la vita di un ragazzino di soli 15 anni, mentre un altro giovane di 13 anni lotta tra la vita e la morte. I due, stando ai primi accertamenti, si sarebbero arrampicati sul tetto dell’ex caserma dei vigili del fuoco, lungo il litorale cittadino, prima di precipitare nel vuoto.
La dinamica dell’accaduto resta ancora avvolta nell’incertezza. Saranno le forze dell’ordine, giunte immediatamente sul posto insieme ai soccorritori del 118 e ai vigili del fuoco, a ricostruire con esattezza le fasi della tragedia. A rendere ancora più palpabile il clima di cordoglio e smarrimento, la presenza sul luogo dell’incidente del sindaco Salvatore Quinci, accorso appena appresa la notizia.
L’ex caserma, teatro del dramma, da anni versa in uno stato di abbandono. Un decadimento che ha trasformato l’area in un luogo pericoloso e inospitale, nonostante i recenti tentativi di riqualificazione della zona circostante. La parte antistante l’immobile, infatti, era stata riaperta di recente e destinata a parcheggio pubblico, a seguito della realizzazione di una nuova pista ciclabile, in un più ampio progetto di rilancio del lungomare.
Resta ora da chiarire perché i due ragazzini si trovassero all’interno dell’ex caserma e cosa li abbia spinti a sfidare l’instabilità di quelle strutture fatiscenti, ignorando i rischi evidenti. Domande drammatiche che si intrecciano all’urgenza di accertare eventuali responsabilità e alla necessità di interrogarsi su come sia stato possibile che un edificio in disuso, potenzialmente pericoloso, fosse così facilmente accessibile.
Nel frattempo, Mazara del Vallo si stringe attorno alle famiglie coinvolte, travolta da un dolore collettivo difficile da esprimere. La comunità, attonita e ferita, osserva in silenzio il lavoro degli inquirenti, sperando che il secondo ragazzo, ricoverato in condizioni gravissime, possa sopravvivere.
Il dramma odierno riaccende inevitabilmente il dibattito sulla sicurezza degli edifici abbandonati e sulla necessità di una gestione più rigorosa degli spazi pubblici. Un interrogativo che oggi pesa come un macigno sul cuore della città.
Le indagini sono tuttora in corso e proseguiranno nelle prossime ore, mentre la magistratura ha già aperto un fascicolo per fare piena luce sull’accaduto. Sarà fondamentale comprendere se vi siano stati elementi di incuria o omissioni che abbiano contribuito a rendere possibile una tragedia che, con ogni probabilità, poteva essere evitata.
Mazara, in questo sabato di primavera, si scopre più fragile che mai, ferita da una perdita che segnerà a lungo il suo tessuto civile.