Un colpo durissimo alla criminalità organizzata è stato inflitto con l’operazione condotta dalla Procura di Catania che ha portato all’arresto di 21 persone ritenute vicine o appartenenti al clan mafioso dei Cursoti Milanesi. L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita in 13 province italiane, da Catania a Lecce, da Reggio Calabria fino al Verbano-Cusio-Ossola.
Gli arrestati sono gravemente indiziati (nel rispetto del principio di innocenza) di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione, detenzione illegale di armi, possesso di banconote false e altri reati aggravati dal metodo mafioso.
L’inchiesta, avviata nel dicembre 2021, ha fatto emergere uno scenario di scontro violento interno al clan, innescato dalla morte del boss Rosario Pitarà, detto “u Furasteri”. Il vuoto di potere ha dato origine a una faida tra due fazioni: quella guidata da Carmelo Distefano, alias “pasta ca sassa”, con Giuseppe Agatino Ardizzone, detto “Peppe ca barba”, e quella dei fratelli Giuseppe e Alfio Cristian Licciardello, nipoti del defunto capoclan.
Tra i numerosi episodi violenti ricostruiti, spiccano pestaggi, sparatorie e atti intimidatori. Emblematico il raid del 19 aprile 2022, quando Alfio Cristian Licciardello sparò contro un esercizio commerciale legato ai rivali.
Le indagini hanno anche documentato traffici di cocaina, hashish e marijuana, sequestri di armi da fuoco e 176 banconote false da 20 euro. Due soggetti sono stati arrestati in flagranza, uno con una pistola che si presume fosse destinata a un omicidio.
Particolarmente inquietante l’infiltrazione nella “movida” catanese. Secondo gli inquirenti, il clan si sarebbe imposto nel noto ECS Dogana Club con minacce e violenze per ottenere ingressi gratuiti, consumazioni e denaro, arrivando a richiedere fino a 1.600 euro a settimana.
Fra gli arrestati figurano:
- Carmelo Distefano (“pasta ca sassa”)
- Giuseppe Agatino Ardizzone (“Peppe ca barba”)
- Alfio Cristian Licciardello (“Merluzzo”)
- Giuseppe Licciardello (“Peppolino o fringuello”)
- Filippo Abramo
- Andrea D’Ambra (“scialuppa”)
- Giorgio Campisi
- Antonio Fichera
- Salvatore Pietro Gagliano (“Piero”)
- Sebastiano Miano (“Seby Piripicchio”)
- Giuseppe Santo Patanè
- Concetto Pitarà (“u Furasteri”)
- Concetto Piterà
- Gabriele Giuseppe Piterà (“Scimmia”)
- Giuseppe Piterà (“Unghio”)
- Giuseppe Concetto Piterà (“matelico”)
- Rosario Piterà
- Raimondo Signorelli (“Rey”)
- Emanuele Strano
- Gabriele Strano
- Carmelo Tiralongo (“Mentina”)
L’operazione rappresenta un duro colpo alla rete criminale etnea, ma le indagini sono ancora in corso per ricostruire l’intero reticolo di alleanze, traffici e infiltrazioni del clan sul territorio.



