Ha lottato per dieci giorni, appeso a un filo di speranza che un’intera comunità ha condiviso con la sua famiglia. Ma le ferite riportate in quel terribile incidente erano troppo gravi. Non ce l’ha fatta Antonio Intorcia, l’operaio marsalese di 28 anni, che si è spinto questa mattina all’ospedale Cervello di Palermo, dove era ricoverato dalla notte tra il 12 e il 13 giugno.
La sua agonia è iniziata su un tratto della strada provinciale che collega Marsala a Trapani, all’altezza di contrada Birgi. Quella notte, Antonio si trovava alla guida della sua Fiat Punto quando, per cause ancora in fase di accertamento, ha perso il controllo del veicolo. L’auto è diventata una scheggia impazzita, scontrandosi violentemente prima contro una Citroën, a bordo della quale viaggiavano due ragazze, e subito dopo contro una Mini Cooper.
L’impatto è stato devastante. In totale, i giovani feriti nell’incidente furono cinque. Ma le condizioni di Antonio apparvero subito disperate. Soccorso e trasportato inizialmente all’ospedale di Marsala, i medici capirono che per salvarlo era necessario un intervento più specialistico. Caduto in coma, fu disposto il suo trasferimento d’urgenza in elisoccorso a Palermo.
Al suo arrivo all’ospedale Cervello, fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Da quel momento è iniziata una lunga e angosciante attesa, una battaglia per la vita durata dieci giorni, che purtroppo si è conclusa questa mattina nel modo più tragico.
La notizia della sua scomparsa ha gettato nello sconforto la città di Marsala. Antonio Intorcia era un giovane lavoratore, un operaio edile. La sua morte allunga la tragica scia di sangue sulle strade siciliane e lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia e tra i tanti amici che fino all’ultimo hanno sperato in un miracolo.



