Conoscere la storia, capire e orientarsi
Capire il presente interrogando la storia. Perché si parla di Iran oggi? Soprattutto con la guerra in Medio Oriente? Suscitando tra l’altro paura e disorientamento.
In Iran, lo Scià Muhammad Reza Pahlevi che regnava dal 1941, negli anni ’60 cercò di modernizzare il Paese.
Tra queste riforme di modernizzazione vi era la riforma agraria e industriale, il suffragio femminile, il diritto al divorzio, l’impegno all’alfabetizzazione e alla civilizzazione del Paese.
La sua riforma incontrò l’ostilità dei settori più conservatori della classe politico-religiosa del Paese e tra questi vi era Khomeini, uomo religioso e politico iraniano, ostile alle novità dello Scià e alla sua vicinanza con l’Occidente. Khomeini ottenne il titolo di ayatollah, ma negli anni ’60 fu arrestato e tra il 1963 e il 1964 andò in esilio in Iraq. Proprio in Iraq lavorò per la rivoluzione in Iran. Venne espulso dall’Iraq nel 1979, recandosi a Parigi dove stette fino a quando la monarchia dello Scià crollò a causa della pressione di manifestazioni popolari che si ispiravano agli scritti di Khomeini.
Fu così che nel febbraio del 1979 lo ayatollah fece trionfale ritorno in Iran diventando la massima autorità politica.
L’Iran da quel momento (1° aprile 1979) fino ad oggi, divenne una repubblica islamica con una nuova costituzione teocratica, proclamando Khomeini il leader religioso a vita del Paese.
Diretta conseguenza di questa trasformazione fu quella di eliminare fisicamente qualsiasi opposizioni, laica e comunista. Caratteristica fondamentale, soprattutto dagli anni ’80 in poi, furono i metodi repressivi del governo dello ayatollah.
Pur con qualche evoluzione storica recente l’Iran di oggi è rimasta quella che Khomeini ha fondato nel 1979.
Se il fatto storico oggettivo ci racconta cos’è l’Iran dal 1979 a oggi, il giudizio storico si sospende di fronte agli eventi di guerra che oggi purtroppo si sono scatenati. La riflessione è aperta.