Sasha Riva e Simone Repele affascinati dalla reale storia di Lili Elbe, dalla quale è tratto anche il famosissimo film The Danish Girl con Eddie Redmayne, creano questo spettacolare balletto.
Lili Elbe show accompagnato da musiche classiche, contemporanee e folklore danese.
I due coreografi portano in scena l’elemento della metamorfosi, ovvero quell’idea importante di cambiamento che ha vissuto Einar diventando Lili (sentirsi inadatti e di non appartenere al proprio), e la relazione con la moglie Gerda che sin da subito è sempre stata al fianco di Einar.
Data la presenza di pochi danzatori, la storia ci viene narrata attraverso fondamentali passaggi e personaggi come i ruoli astratti (inventati dai coreografi) come l’estro artistico\ Simone di Einar e
Gerda\Silvia Azzoni (protagonisti e reali).
Questo personaggio è in qualche modo cosciente e sa come andrà a finire la storia.
Abbiamo poi la petite femme fatale (che è il titolo di uno dei quadri Gerda all’interno del quale possiamo vedere anche Lili) che rappresenta la femminilità di Einar che inizialmente non riesce ad accettare.
Per tale ruolo vediamo in scena una danzatrice fisicamente più piccola rispetto ad Einar\Sasha che rende perfettamente l’idea di quella pulsione interna che man mano si fa sempre più sentire fino a quando i due personaggi diventano una sola cosa. A porsi come contrappeso c’ il Manden (uomo in danese) che raffigura la virilità\desiderio che spinge sempre più Einar a comprendere sempre più la sua identità.
Sono dunque personaggi che lo accompagnano nel suo percorso.
Gerda è la prima che ha saputo vedere e rappresentare Lili, ed è anche grazie a lei che ora Lili può emergere e compiere il suo show (emblematica e toccante è la scena che ricorda le tante operazioni che Einar ha subito per compiere la sua metamorfosi)
Ma qual è la vera storia di Lili Elbe, nata come Einar Wegener?
Einar nasce il 28 dicembre del 1882 a Vejle, in Danimarca, e incontra, durante il suo percorso di formazione alla scuola d’arte di Copenhagen Gerda Cottlieb con lei si sposa nel 1904.
Einar specializzato nel dipingere paesaggi, mentre Gerda lavorava per riviste di moda e creava libri illustrati.
Più volte Einar ha posato per sua moglie vestendo abiti femminili, ed è lì che inizia ad emergere la sua identità femminile.
Inizia il confronto con i medici, che però lo reputano schizofrenico e malato di mente sottoponendolo addirittura a cure anti-devianza.
Nel 1912 Einar e Gerda decidono di trasferirsi a Parigi.
Così che Einar possa vive apertamente come una donna assumendo il nome di Lili Elbe che viene a conoscenza della possibilità di trasformare in modo permanente il suo corpo da uomo a donna presso l’ Istituto tedesco di Scienze Sessuali a Berlino, fondato dal Dr. Magnus Hirschfeld.
Fu proprio il Dr Hirschfeld a coniare il termine “transessualismo”; nel 1923.
All’ epoca questo tipo di intervento chirurgico era ancora in fase sperimentale.
Nel 1930 viene effettuato il primo intervento, al quale ne seguiranno altri.
Grazie a questi interventi può legalmente cambiare nome e sesso e ricevere il passaporto come Lili Elbe.
Viene anche annullato il matrimonio con Gerda dal re di Danimarca Cristiano X.
Lili decide di non dipingere poiché quel lavoro apparteneva ad Einar, distaccandosi completamente da una parte del suo essere.
Sfortunatamente, l’intervento per il trapianto di utero e costruzione di una vagina artificiale, le è fatale.
Morirà quasi cinquantenne a seguito di gravi complicanze il 13 settembre 1931.
Tra letteratura e cinema
Possiamo leggere la storia di Lili Elbe nel libro scritto da Ernst Ludwig Harthern-Jacobson (sotto lo pseudonimo di Niels Hoyer) dal titolo”Man into Woman” pubblicato nel 1933, importante per la storia della sessualità e dell’identità di genere.
A portare al cinema la storia di Lili è Tom Hooper che realizza il film”The Danish Girl” che ha visto come attore protagonista Eddie Redmayne nel ruolo di Lili Elbe, e Alicia Vikander nei panni della moglie Gerda Wegener.
Il film è un adattamento del romanzo The Danish Girl, scritto da David Ebershoff e pubblicato negli anni 2000.
Antonietta Tarantino – MeridioPost