I fatti
Primo maggio 1947, dopoguerra, gli anni della contrapposizione tra Est, comunista e Ovest, liberaldemocratico e filostatunitense. È la Guerra fredda!
In Sicilia duemila lavoratori della zona di Piana degli Albanesi e dei paesi vicini si erano riuniti a Portella della Ginestra, una località a pochi chilometri da Palermo. Festeggiavano la festa del lavoro, manifestavano contro il latifondismo a favore dell’occupazione delle terre e allo stesso tempo esultavano per l’esito delle elezioni regionali vinte dal Blocco del Popolo, ovvero l’alleanza tra i socialisti e i comunisti, svoltesi il 20 aprile dello stesso anno.
La coalizione PSI-PCI aveva conquistato il 32% dei voti contro il 20% della DC nell’Assemblea siciliana. Verso le ore 10 del mattino, appena iniziato il comizio, dal monte arrivarono raffiche di mitra da parte della banda di Salvatore Giuliano. Morirono 11 persone tra cui bambini e ragazzi. Molte altre rimasero ferite.
Responsabilità:
I responsabili esecutori furono proprio Giuliano, bandito di Montelepre e la sua banda. Dietro a lui i mandanti furono i mafiosi che non volevano che si prevalesse sul latifondo e pezzi della politica, in un accordo politico-mafioso contrari all’avanzata del Blocco del Popolo.
Processi:
Nel 1953 presso il Tribunale di Viterbo si concluse la condanna a Giuliano, ormai morto nel luglio del 1950 e alla sua banda. Durante il processo Gaspare Pisciotta, poi morto avvelenato all’Ucciardone di Palermo, accusò come mandanti pezzi dello Stato e tra i nomi vi era il Ministro degli interni Mario Scelba.
Tuttavia la Corte d’Assise di Viterbo non confermò le dichiarazioni di Pisciotta. Infondate le accuse poiché il bandito aveva fornito nove diverse versioni sui mandanti politici della strage di Portella.
Valutazione storica
Gli storici hanno ricercato e studiato i documenti che attestino le prove certe dei mandanti di tale strage. Ad oggi è impossibile, per mancanza di documentabilità certa ad avere chiarezza su tutto. C’è chi parla di Segreto di Stato, di accordo politico-mafioso. È certo che il momento storico era sicuramente delicato. È certo che, oltre a conoscere gli esecutori, anche la mano mafiosa e la corruzione di una parte della politica sta a fondamento di tale Strage.
Giudizio
Il giudizio per lo storico è sempre di tipo personale. Dietro i fatti storici che sono sempre delicati e su cui bisogna sforzarsi di leggere, di studiare i documenti, di capire e di saper riconoscere i tempi, vi è anche un’interpretazione da dare. Oggi a me pare che si renda politico un fatto storico che credo non abbia nessun motivo d’essere politicizzato, decontestualizzato e soprattutto ideologizzato.
Ecco perché chi ha un senso di profondo rispetto della dignità della persona, del lavoro, della libertà democratica, non ha bisogno di avere una collocazione politica particolare per pensare che la Strege di Portella della Ginestra è un orrore nei confronti della libertà di espressione, di manifestazione, ma soprattutto nei confronti della vita umana. E questo lo può pensare e ricordare anche uno che sia o di destra o di sinistra o di centro nel panorama politico attuale, lontano dal quel mondo e contesto storico che comunque in quanto italiani appartiene al nostro passato ed è giusto fare memoria.