La sua fuga del Narco catanese è terminata ad Annemasse, un comune francese dell’Alta Savoia a un passo dal confine svizzero. Lì, un 46enne originario di Catania, ritenuto un elemento di spicco del narcotraffico sulla costa jonica siciliana, ha visto concludersi la sua latitanza. L’uomo era l’ultima tessera mancante di un’imponente operazione che lo scorso marzo aveva smantellato la rete del clan mafioso “Cappello” tra le province di Messina e Catania.
L’arresto è stato eseguito dalla Gendarmeria Nazionale Francese, che ha agito come braccio operativo dei Carabinieri della Compagnia di Taormina. I militari italiani, coordinando le informazioni, hanno ottenuto l’attivazione di un mandato d’arresto europeo emesso dal GIP del Tribunale di Messina, trasformando una caccia all’uomo nazionale in un’operazione di polizia internazionale.
Il 46enne era sfuggito al maxi-blitz del 13 marzo, un’operazione diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina che aveva portato all’arresto di 24 persone. Le accuse, pesantissime, andavano dall’associazione finalizzata al narcotraffico a episodi di spaccio, estorsione e rapina. Su tutti i reati pendeva l’aggravante del metodo mafioso, poiché commessi per agevolare il potente clan catanese dei “Cappello” e consolidarne l’influenza nella redditizia piazza turistica di Taormina, Giardini Naxos e dei comuni limitrofi.
Quel giorno, mentre i suoi complici finivano in manette in Sicilia, il 46enne si trovava già in Svizzera, rendendo la sua cattura impossibile. La Procura Distrettuale di Messina non si è però arresa e ha immediatamente avviato le procedure per internazionalizzare il provvedimento, dando il via a una complessa attività di ricerca transfrontaliera.
Grazie alla stretta cooperazione internazionale, le indicazioni fornite dai Carabinieri di Taormina sono state sviluppate prima dalla Polizia Federale Svizzera e poi dalla Gendarmeria francese. Un paziente lavoro di intelligence ha permesso di stringere il cerchio attorno al fuggitivo, localizzandolo nell’area geografica dell’Alta Savoia e procedendo infine al suo arresto. Ora sono in corso le procedure per la consegna del 46enne all’Autorità Giudiziaria italiana, dove dovrà rispondere delle gravi accuse formulate dai magistrati messinesi.