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Meridio Post > Blog > Territorio > Trapani > Egadi: cadavere in mare, si indaga. Ipotesi migrante?
Primo PianoTrapani

Egadi: cadavere in mare, si indaga. Ipotesi migrante?

Claudia Nolfo
Last updated: Maggio 23, 2025 1:00 pm
Claudia Nolfo - Claudia Nolfo
Published Maggio 23, 2025
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FAVIGNANA (TRAPANI) – Un macabro e doloroso ritrovamento è avvenuto nelle acque antistanti l’isola di Favignana, nell’arcipelago delle Egadi. Nella tarda mattinata di ieri, giovedì 22 maggio, un corpo senza vita è stato avvistato dall’equipaggio di un peschereccio locale, il quale ha immediatamente lanciato l’allarme alla sala operativa della Capitaneria di Porto di Trapani. Una motovedetta della Guardia Costiera è stata prontamente inviata sul posto per il recupero della salma, che è stata successivamente trasferita presso il porto di Trapani. Sono state avviate complesse indagini per tentare di dare un nome alla vittima e per chiarire le circostanze di un decesso avvolto, al momento, nel mistero, reso ancora più fitto dalle difficoltà identificative.

L’allerta è scattata quando i marinai a bordo dell’unità da pesca, appartenente al ceto peschereccio trapanese, si sono imbattuti nel corpo che galleggiava inerme al largo di Favignana. Compresa la gravità della situazione, hanno immediatamente contattato via radio la Capitaneria di Porto. Dal comando di Trapani è stata subito disposta l’uscita dell’unità navale CP 330 della Guardia Costiera, che ha raggiunto con la massima celerità il punto esatto della segnalazione. Una volta giunti sul posto, i militari marittimi hanno proceduto al difficile e pietoso compito di recuperare il corpo dall’acqua, operazione resa complessa dalle condizioni del mare e dalla situazione stessa.

Dopo il recupero, la salma è stata trasportata fino al porto di Trapani, dove è stata messa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente. Saranno disposti tutti gli accertamenti medico-legali del caso, inclusa con ogni probabilità l’autopsia, che potrà fornire elementi cruciali per determinare le cause precise e l’epoca approssimativa del decesso. Tuttavia, il processo di identificazione della vittima si presenta fin da ora estremamente arduo. La Capitaneria di Porto ha sottolineato come la lunga permanenza del corpo in mare e lo stato di conservazione in cui è stato rinvenuto rendano particolarmente difficile, se non impossibile con i soli rilievi esterni, ottenere un riconoscimento. Anche l’incrocio dei dati con le segnalazioni di persone scomparse potrebbe non portare a risultati immediati, data la condizione della salma.

I militari della Capitaneria di Porto di Trapani hanno immediatamente avviato serrate e complesse indagini, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, con il duplice, fondamentale obiettivo: innanzitutto, dare un nome e una dignità a questa persona deceduta e, contestualmente, ricostruire con la maggior precisione possibile le circostanze che ne hanno causato la morte. Sebbene al momento tutte le piste investigative rimangano aperte e nessuna ipotesi venga tralasciata, tra gli scenari considerati dagli inquirenti non può essere esclusa, purtroppo, la possibilità che il ritrovamento sia riconducibile al drammatico e incessante fenomeno migratorio che affligge il Canale di Sicilia. Troppo spesso, infatti, le acque del Mediterraneo centrale si trasformano in un tragico cimitero a cielo aperto per uomini, donne e bambini che tentano la disperata e pericolosissima traversata dalle coste nordafricane in cerca di salvezza e di un futuro migliore in Europa.

Ogni corpo restituito dal mare senza un’identità porta con sé una storia interrotta e un profondo senso di lutto collettivo, interrogando le coscienze sulla necessità di risposte umanitarie e soluzioni concrete. Le prossime settimane saranno cruciali per il lavoro meticoloso degli investigatori, che si avvarranno di ogni strumento scientifico e investigativo a loro disposizione per tentare di svelare il mistero che avvolge questo ennesimo, triste ritrovamento. La speranza è quella di poter, quantomeno, restituire un nome alla vittima e, se possibile, informare eventuali familiari in attesa. Nel frattempo, resta l’amarezza e il dolore per un’altra vita spezzata e inghiottita dal mare, in un tratto di Mediterraneo che continua a essere teatro di speranze infrante e, troppo frequentemente, di immani tragedie umane.

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