Il 25 aprile del 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, annuncia l’insurrezione generale di tutti i territorio occupati dai Nazifascisti.
Tanti uomini e donne di libertà, di diverso orientamento politico e culturale, lottano per un unico fine: la liberazione dell’Italia da chi l’aveva piegata, umiliata, impoverita, disumanizzata e distrutta.
L’Italia risorge, e di fatto si parla in storia di un nuovo Risorgimento italiano.
Da lì a poco si sviluppa una coscienza diversa nel popolo italiano: la libertà è un diritto naturale che va tutelata, la giustizia, la dignità della persona umana, la proprietà, il lavoro.
I principi fondamentali della nostra Costituzione sono un esempio per tutto il mondo. La Costituzione “scritta col sangue versato dai nostri partigiani” per parafrasare le parole del Presidente della Repubblica più amato dagli italiani, Sandro Pertini.
Questo ricordiamo oggi!
Cosa non è il 25 aprile?
Da storico ho il dovere di dirlo: non è un giorno di parte. Non è una categoria politica. Il 25 aprile non è il giorno dell’esaltazione di un’idea o di una ideologia. Sbagliano coloro che la riconducono a posizione politica. Così come sbagliano a chiedere dichiarazioni antifasciste. Chi parla di Fascismo oggi non ha conosciuto realmente la dittatura fascista (per fortuna). Sono trascorsi 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale e parlare di tali dichiarazioni significa aver poca fiducia nella Repubblica democratica e costituzionale dentro la quale ci muoviamo. Non esistono per fortuna partiti di destra fascisti così come non esistono partiti di sinistra comunisti sul modello sovietico. Categorie politiche superate e non presenti nel nostro sistema politico nazionale. Chiunque oggi è dentro le istituzioni è tale nel rispetto della Costituzione e per elezione democratica. Durante una dittatura questo non avviene!
Il fascismo è stato un periodo storico, durato 20 anni e che ha avuto anche, nonostante il divieto della sacrosanta libertà, momenti di consenso popolare, così come lo storico Renzo De Felice ci ha insegnato. Ma è finito proprio quel 25 aprile del 1945!
Il 25 aprile non è neppure il trionfo dei partigiani comunisti (su cui la storiografia è ricca di azioni contraddittorie, fanatismo e anomalie). Il 25 aprile è il giorno della liberazione nella comune lotta di tutte le forze democratiche (comunisti, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, azionisti, monarchici, componenti della destra conservatrice), insieme alle forze Alleate.
Questo è il dato storico.
Siamo tutti cresciuti in un sistema politico democratico liberale, che rispetta la dignità della persona umana e su cui il 25 aprile dovrebbe farci riflettere molto.
Al di là delle contraddizioni e delle divisioni politiche il 25 aprile è il giorno della liberazione per tutti, nel rispetto degli italiani che, lottando, portarono alla Costituzione e alla Repubblica.