Hanno osato prendere di mira persino una nonnina di quasi cento anni, ma la loro giornata dedicata alle truffe si è conclusa con una denuncia e dopo un rocambolesco inseguimento. Due giovani catanesi, rispettivamente di 20 e 21 anni, entrambi incensurati, sono stati denunciati dai Carabinieri per i reati di tentata truffa continuata in concorso e di resistenza a pubblico ufficiale. Il loro piano, ben collaudato, era quello di fingersi carabinieri al telefono per raggirare persone anziane, utilizzando la straziante ma purtroppo ancora efficace scusa del “nipote finito nei guai”.
Il copione recitato dai due malviventi era quello tristemente noto alle cronache: una telefonata improvvisa e allarmante, una voce che si qualificava come un militare dell’Arma e la notizia shock, studiata per gettare nel panico la vittima designata. “<<Suo nipote (o sua nipote) ha causato un grave incidente stradale ed è attualmente trattenuto/a in caserma…>>”, questa la frase chiave per far leva sulla preoccupazione e l’affetto degli anziani. Tra le vittime prese di mira nella mattinata di ieri, un signore di 79 anni residente a Bronte e, incredibilmente, una lucidissima signora di ben 99 anni, abitante a Santa Domenica di Vittoria, nel Messinese. Dopo aver inoculato l’ansia, scattava la “proposta” apparentemente accomodante: la possibilità di un rilascio immediato del congiunto dietro il pagamento di una cauzione, da corrispondere attraverso la consegna di denaro contante e gioielli. Fortunatamente, come sottolineato con soddisfazione dagli stessi Carabinieri, i numerosi tentativi messi in atto dai due giovani truffatori nei comuni del Randazzese e del Brontese erano andati a vuoto. Un importante fallimento dovuto, in gran parte, alla capillare e meritoria attività di informazione e prevenzione svolta dall’Arma dei Carabinieri di Catania, che da tempo organizza incontri pubblici mirati proprio a illustrare le metodologie di queste truffe e a mettere in guardia la popolazione, soprattutto le fasce più vulnerabili come gli anziani.
Nonostante i primi insuccessi, i due giovani non si sono dati per vinti. Avendo, come si suol dire, “bruciato il terreno” nel Catanese a causa delle mancate truffe, si sono spostati rapidamente verso la provincia di Messina, prendendo di mira la signora quasi centenaria di Santa Domenica Vittoria. Ma anche in questo caso, il loro piano stava per essere sventato grazie alla prontezza e al coraggio dei vicini di casa e di un parente dell’anziana. Questi ultimi, insospettiti dalla situazione e probabilmente allertati dalla stessa vittima o dai rumori, si sono accorti in tempo di quanto stava accadendo e hanno immediatamente avvisato i Carabinieri. I militari della Compagnia di Patti sono giunti con grande rapidità sul posto, ma i due truffatori, alla vista della pattuglia, hanno capito di essere stati scoperti: hanno precipitosamente abbandonato il bottino di 1.000 euro che stavano per estorcere alla vittima e si sono dati a una fuga disperata a bordo di un’utilitaria presa a noleggio.
Ne è scaturito un inseguimento ad alta velocità, degno di un film d’azione, che si è snodato tra le strade delle due province. Durante la loro folle corsa, i fuggitivi hanno dimostrato un totale sprezzo del pericolo e delle norme del codice della strada, arrivando persino a rischiare di investire un Carabiniere che, con grande coraggio, aveva tentato di sbarrargli fisicamente la strada per interrompere la loro fuga. Immediatamente è scattato un efficace coordinamento tra le centrali operative dei Carabinieri: allertati tutti i Comandi Arma limitrofi, gli investigatori delle province di Catania e Messina hanno rapidamente cinturato l’area, predisponendo posti di blocco e bloccando ogni possibile via di fuga. La corsa dei due malviventi, che nel frattempo avevano imboccato la Strada Statale 116 procedendo a velocità elevatissima, si è drammaticamente conclusa nei pressi del viadotto Alcantara. Proprio mentre tentavano di attraversarlo per dileguarsi, sono stati raggiunti e bloccati da una squadra dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Randazzo, che con una manovra precisa è riuscita a costringerli a fermarsi e a scendere dal mezzo.
Una volta fermati e messi in sicurezza, i due giovani sono stati sottoposti a perquisizione personale e veicolare. Addosso non è stata trovata traccia di denaro o gioielli, ulteriore e chiara conferma che i loro numerosi tentativi di truffa erano rimasti, fortunatamente, solo tali, senza che riuscissero a sottrarre beni alle persone prese di mira. Tuttavia, l’analisi dei loro telefoni cellulari si è rivelata cruciale, fornendo agli investigatori del Nucleo Operativo elementi ritenuti schiaccianti: messaggi, contatti e movimenti registrati sui dispositivi hanno infatti supportato pienamente l’ipotesi investigativa del loro pieno e attivo coinvolgimento nei vari tentativi di truffa segnalati per tutta la mattinata in quell’ampia area a cavallo tra le due province. La loro partecipazione ai reati è stata inoltre, poco dopo, ulteriormente confermata dal riconoscimento formale effettuato sia da alcune delle vittime che da preziosi testimoni che avevano notato i loro movimenti sospetti.
Al termine di tutti gli accertamenti di rito, i due giovani catanesi sono stati quindi denunciati a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria. Le accuse formulate nei loro confronti sono quelle di tentata truffa continuata, in concorso tra loro, e di resistenza a pubblico ufficiale. Resta naturalmente ferma, come correttamente sottolineato dagli stessi Carabinieri nel loro comunicato, la presunzione di innocenza valevole per gli indagati fino a un’eventuale sentenza di condanna definitiva. Questo episodio, conclusosi grazie alla sinergia tra cittadini attenti e l’efficace azione dell’Arma, ribadisce con forza l’importanza cruciale delle campagne di prevenzione e della collaborazione attiva tra la popolazione e le forze dell’ordine per contrastare un fenomeno criminale particolarmente odioso e spregevole, che mira a colpire le fasce più fragili e vulnerabili della nostra società.