Centuripe si ferma per la morte di Agatino, sette anni, colpito da un malore mentre giocava con alcuni coetanei. È accaduto giovedì. Il bambino si è accasciato all’improvviso; chi era con lui ha chiesto aiuto e sono scattati i soccorsi. Trasportato all’ospedale di Biancavilla, i medici hanno tentato a lungo le manovre di rianimazione. Ogni sforzo è stato vano: il piccolo non ce l’ha fatta.
Le cause del malore non sono state chiarite. In queste ore l’attenzione è rivolta alla famiglia, stretta dall’affetto di amici e conoscenti. In paese, il sindaco Salvatore La Spina — che si trovava nelle vicinanze del luogo in cui il bambino si è sentito male — ha disposto il lutto cittadino per la giornata odierna. Il provvedimento prevede l’esposizione a mezz’asta delle bandiere sugli edifici pubblici e invita le attività a sospendere, durante le esequie, ogni iniziativa che stoni con il momento di raccoglimento.
I funerali saranno celebrati oggi alle 16.30 nella chiesa Madre. Al termine della messa, come stabilito dall’ordinanza comunale, il feretro sarà accompagnato a piedi fino al cimitero: in testa i familiari, dietro la comunità che vorrà prendere parte al corteo. Una scelta semplice, dal significato chiaro: condividere il percorso di commiato senza sovrapporre cerimonie o parole superflue.
La notizia ha attraversato in poche ore scuole, parrocchie, associazioni. Non c’è spazio per le spiegazioni facili; resta una cronaca essenziale fatta di tempi e gesti: il gioco interrotto, la corsa in ospedale, il lavoro del personale sanitario, l’attesa dei parenti, l’esito che nessuno avrebbe voluto ascoltare. In Comune, la macchina amministrativa ha predisposto quanto necessario per il lutto cittadino e per garantire ordine e sicurezza durante la cerimonia.
Centuripe oggi si ritrova nella chiesa Madre. La città si stringe attorno ai genitori e ai familiari, sospendendo l’ordinario. Ognuno porta un frammento di vicinanza: un banco occupato a scuola, un negozio con la saracinesca abbassata, una panchina vuota nella piazza. Non è retorica: sono i segni concreti con cui una comunità prova a stare accanto a chi ha perso un figlio e a dare nome a un dolore che non ha molte parole. Oggi l’appuntamento è alle 16.30; da lì, a piedi, fino al cimitero.



