SIRACUSA – Hanno un volto e un nome i presunti responsabili del violento pestaggio avvenuto sabato scorso, 26 aprile, ad Avola, nel Siracusano, ai danni di una ragazzina di soli 13 anni di origine straniera. La Polizia di Stato ha identificato cinque giovanissimi, ritenuti gli autori materiali dell’aggressione che ha destato sconcerto e allarme sociale. Si tratta di un gruppo composto da quattro ragazze e un ragazzo, tutti di età compresa tra i 13 e i 15 anni.
L’episodio, particolarmente grave, ha visto la giovane vittima venire aggredita con inaudita violenza. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori del Commissariato di Avola, la 13enne sarebbe stata colpita ripetutamente con calci, anche mentre si trovava già a terra, e persino alla testa. Una scena di violenza resa ancora più inquietante dal fatto che altri minorenni presenti assistevano senza intervenire, anzi, riprendevano il tutto con i telefoni cellulari. Fortunatamente, il pestaggio è stato interrotto grazie all’intervento di un’altra ragazza, la cui prontezza ha permesso di fermare gli aggressori e di prestare i primi, necessari soccorsi alla vittima.
Le indagini, coordinate dalla Procura per i minorenni di Catania e supervisionate dalla Questura di Siracusa, hanno avuto una rapida svolta. Gli agenti sono riusciti a risalire all’identità dei cinque presunti autori grazie a un lavoro meticoloso che ha combinato l’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona dove è avvenuta l’aggressione con l’acquisizione e l’esame dei video del pestaggio che erano stati incautamente diffusi su alcune piattaforme social media da chi aveva assistito.
Al momento, i minorenni identificati che hanno già compiuto i 14 anni sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di lesioni personali. Tuttavia, le indagini sono tutt’altro che concluse. Gli inquirenti stanno lavorando per comprendere a fondo il movente che ha scatenato tale brutalità. Non viene esclusa, anzi è oggetto di specifica valutazione, la possibilità di contestare l’aggravante dell’odio razziale, considerato che la vittima è di origine straniera. Si sta inoltre valutando il possibile coinvolgimento di altri giovani nell’episodio, oltre ai cinque già identificati.
Anche per i minori coinvolti che non hanno ancora compiuto 14 anni (e che quindi non sono imputabili secondo la legge penale ordinaria), la normativa prevede comunque degli strumenti. Il caso verrà segnalato al giudice minorile competente, il quale potrà effettuare una valutazione sulla pericolosità sociale dei ragazzi e adottare le misure educative o riabilitative ritenute più opportune. Questo grave episodio di Avola riaccende i riflettori sulla violenza giovanile, sulla possibile deriva razzista in alcuni contesti e sul preoccupante fenomeno della passività e della spettacolarizzazione della violenza da parte dei coetanei.