La vista sui faraglioni, il profumo del mare e la promessa di pesce fresco. Ma dietro la facciata da cartolina di Aci Trezza, a volte, si nasconde una realtà ben diversa. È quella che hanno scoperto le forze dell’ordine in un blitz interforze che ha passato al setaccio due ristoranti del celebre borgo marinaro, scoperchiando un mondo di gravi carenze igieniche, lavoro nero e alimenti non sicuri. Il bilancio è pesantissimo: un locale chiuso, 130 chili di cibo distrutti e multe per quasi 16.000 euro.
L’operazione, condotta dalla Polizia di Stato insieme a veterinari, ispettori del lavoro e dell’igiene pubblica, ha avuto il suo epicentro in un primo ristorante, dove la situazione è apparsa subito drammatica. Gli agenti, infatti, hanno trovato delle blatte nel magazzino utilizzato per la conservazione degli alimenti. Una scoperta che ha fatto scattare l’immediata ordinanza di sospensione dell’attività.
Ma non era l’unico problema. All’interno delle cucine, i controlli hanno portato al sequestro di 100 chili di prodotti, tra pesce e carne, completamente privi di tracciabilità, un requisito fondamentale per garantire la sicurezza alimentare del consumatore. A questo si aggiungeva una grave situazione di sfruttamento e insicurezza per i dipendenti: l’Ispettorato del Lavoro ha scoperto due lavoratori “in nero”, mai assunti regolarmente, mentre i tecnici della sicurezza hanno riscontrato umidità e spogliatoi non idonei per il personale. Un cumulo di violazioni che ha portato a migliaia di euro di sanzioni, compresa una multa per l’occupazione abusiva di suolo pubblico.
I controlli si sono poi estesi a un secondo ristorante nelle vicinanze. Anche qui, la situazione non era impeccabile. I tecnici dell’Asp hanno rilevato carenze di pulizia e violazioni delle procedure di autocontrollo (HACCP), comminando una multa di 2.000 euro. Inoltre, sono stati trovati e sequestrati altri 30 chili di pesce e preparati surgelati senza tracciabilità, anch’essi destinati alla distruzione.
Questo maxi-controllo, eseguito nel primo weekend d’estate, lancia un messaggio forte e chiaro a tutti gli operatori della ristorazione. In una località a così alta vocazione turistica come Aci Trezza, non c’è spazio per chi mette a rischio la salute dei clienti e non rispetta i diritti dei lavoratori. La bellezza del paesaggio non può e non deve fare da scudo all’illegalità.



