Il 18 giugno del 1940, Winston Churchill tiene uno dei discorsi più significativi alla Camera dei Comuni: “‘L’ora più bella”.
Egli disse: «Quella che il generale Weygand ha chiamato la battaglia di Francia è finita, la Battaglia d’Inghilterra sta per cominciare. Da questa battaglia dipende la salvezza della civiltà cristiana.
Da questa battaglia dipende la nostra stessa vita come britannici, e la sopravvivenza delle nostre istituzioni e del nostro Impero. Tutta la furia e la potenza del nemico si rivolgeranno presto contro di noi. Hitler sa che deve sconfiggerci su quest’isola o perdere la guerra. Se gli
resisteremo, tutta l’Europa potrà esserenliberata e la vita del mondo intero potrà avanzare verso un futuro radioso. Ma se cadiamo, allora il
mondo intero, compresi gli Stati Uniti, compreso tutto ciò che abbiamo conosciuto e amato, affonderà nell’abisso di una cupa Nuova Era resa ancor più sinistra, e forse più lunga, dai lumi di una scienza perversa.
Cerchiamo quindi di prepararci ai nostri doveri, e così sostenerci, cosicché se l’Impero britannico e il suo Commonwealth dureranno per mille anni, gli uomini potranno dire ancora: Questa fu la loro ora più bella».
Churchill è il granitico e grintoso leader della società libera e democratica che riesce ad anteporsi a Hitler, cioè alla dittatura, alla soppressione umana, alla rinuncia della libertà. Già la Germania aveva conquistato sia a est con la Polonia che a ovest con la Francia, un ampio territorio. L’Italia e la Spagna fasciste erano alleate con Hitler. Il Nazismo dominava un ampio territorio europeo, tranne l’Inghilterra che vide in Churchill un ottimo difensore della patria.
La divisione non era soltanto territoriale ma anche ideologica e Churchill con il suo modo di fare riuscì a convincere gli inglesi a non piegarsi, a resistere fino alla fine, a lottare contro il nazifascismo, un po’ come Temistocle di fronte a Serse, la democrazia e la libertà di fronte al potere dominante e assoluto.
Churchill viene ricordato storicamente come uno di quei leader che allo stesso tempo riescono a difendere la propria nazione, la propria idea di libertà e la democrazia. Un leader che alla fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, nonostante avesse vinto la guerra, perse le elezioni.
Certamente deluso, ma contento, perché è meglio perdere le elezioni democratiche che perdere la possibilità delle elezioni, della democrazia, della libertà e del senso alto della patria libera.