Screening del colon: a Enna un congresso per salvare vite e vincere la battaglia contro il cancro
Si è concluso a Enna il congresso “Focus sullo screening del carcinoma del colon”. Un evento di grande rilevanza scientifica e sociale che ha registrato oltre 130 partecipanti. Tra loro specialisti di fama nazionale, rappresentanti delle istituzioni e cittadini. Un’occasione unica e fondamentale per fare il punto sull’importanza cruciale della prevenzione. E per rafforzare la rete sinergica tra i professionisti coinvolti in questo delicato ambito sanitario. L’evento, svoltosi presso l’Ospedale Umberto I, ha centrato l’obiettivo di coniugare la formazione e l’aggiornamento dei medici con l’informazione e la sensibilizzazione rivolta ai cittadini. Sottolineando il ruolo chiave dello screening nella lotta contro il tumore al colon, una patologia tanto diffusa quanto prevenibile.
L’allarme di Maida: “Lo screening è un tema critico e di vitale importanza per la salute pubblica”
“Quando parliamo di screening tocchiamo un argomento critico, di vitale importanza per la salute dei cittadini”. Ha dichiarato con forza Marcello Maida, professore associato dell’Università di Enna “Kore” e presidente del congresso. “È fondamentale discutere di questo tema sia in termini scientifici, con l’aggiornamento costante dei professionisti sanitari, che di sensibilizzazione per la popolazione. Al fine di diffondere la cultura della prevenzione e incrementare l’adesione ai programmi di screening”.
Il professor Maida ha ribadito con fermezza come lo screening rappresenti uno strumento essenziale per la salute pubblica. In quanto consente di individuare precocemente il tumore del colon in persone asintomatiche, aumentando esponenzialmente le possibilità di cura e di guarigione. Particolare attenzione è stata rivolta alla fascia di età compresa tra i 50 e i 69 anni, target primario dello screening, ma l’invito ad effettuare controlli regolari è stato esteso anche ai più giovani, soprattutto a coloro che presentano familiarità per questa patologia. La prevenzione, infatti, non ha età e un controllo in più può fare la differenza.
Un network di eccellenza per una prevenzione efficace e capillare sul territorio
Uno degli obiettivi principali del convegno, pienamente raggiunto, è stato quello di consolidare e potenziare la rete tra le diverse figure professionali coinvolte nel progetto di screening del carcinoma del colon, creando una sinergia virtuosa tra i vari attori del sistema sanitario. Un traguardo raggiunto grazie alla partecipazione attiva di esperti provenienti da tutta la Sicilia e da altre regioni italiane, a cui si è aggiunta la presenza di importanti esponenti delle istituzioni, a testimonianza dell’impegno concreto delle autorità sanitarie su questo fronte.
Tra i partecipanti, oltre agli specialisti in Gastroenterologia e Chirurgia, hanno presenziato il rettore dell’Università Kore Francesco Tomasello, che ha sottolineato l’importanza della ricerca e della formazione in ambito medico, e i presidenti regionali della Sied (Società italiana di endoscopia), Sige (Società italiana di gastroenterologia) e dell’Aigo (Associazione italiana gastroenterologi ospedalieri). Un parterre di relatori di altissimo livello, dunque, che ha garantito un confronto ricco, stimolante e multidisciplinare, offrendo una panoramica completa sulle ultime novità in tema di prevenzione, diagnosi e cura del tumore al colon.
Il test del sangue occulto nelle feci: il primo passo fondamentale per una diagnosi precoce
Durante il congresso è stata ribadita con forza l’importanza cruciale del test del sangue occulto nelle feci per tutti i soggetti sani nella fascia d’età 50-69 anni. Questo semplice esame, non invasivo e facilmente eseguibile, rappresenta il primo e fondamentale step dello screening (prevenzione secondaria) e permette di individuare eventuali tracce di sangue non visibili a occhio nudo, che potrebbero essere indicative di anomalie a livello del colon, da approfondire con successivi accertamenti diagnostici. I cittadini possono aderire al programma di screening tramite l’invito spedito periodicamente dall’Azienda Sanitaria Provinciale di competenza, ma hanno anche la possibilità, molto importante, di eseguire il test in autonomia presso le farmacie convenzionate, semplificando ulteriormente l’accesso alla prevenzione e superando eventuali barriere logistiche o organizzative.
L’impegno concreto dell’Asp di Enna: incrementare le adesioni e garantire tempi rapidi per la colonscopia
L’Azienda sanitaria provinciale di Enna, da parte sua, sta lavorando attivamente e con grande impegno per incrementare l’adesione dei cittadini invitati allo screening e per potenziare gli esami per coloro che risultano positivi al test del sangue occulto nelle feci. L’obiettivo prioritario è quello di garantire tempi adeguati e rapidi per l’esecuzione della colonscopia, esame diagnostico di secondo livello, e la successiva presa in carico tempestiva dei pazienti, al fine di assicurare una diagnosi precoce e un trattamento efficace e personalizzato. Un impegno concreto e tangibile per contrastare una patologia che, purtroppo, rappresenta ancora oggi il terzo tumore più comune negli uomini, il secondo nelle donne e la quarta causa di morte per cancro a livello globale, numeri che sottolineano l’urgenza di un’azione di prevenzione capillare e sistematica.
Un congresso definito “ispirazionale” e di “alta qualità”: gli obiettivi centrati e i risultati ottenuti
“Il congresso ha avuto degli ottimi riscontri, sia in termini di partecipazione, con oltre 130 presenze, che di coinvolgimento attivo dei partecipanti. Abbiamo registrato un grande interesse da parte delle istituzioni, che hanno accolto con favore questo evento e hanno mostrato il loro pieno sostegno”, ha commentato con legittima soddisfazione il professor Marcello Maida, anima e promotore dell’iniziativa.
“Sono stati raggiunti due obiettivi importanti: in primo luogo, l’aggiornamento scientifico e professionale continuo, grazie a una faculty di relatori di altissimo livello provenienti da tutta Italia, che hanno offerto una panoramica completa sulle ultime evidenze scientifiche e sulle migliori pratiche cliniche; in secondo luogo, il rafforzamento e il consolidamento del network tra le diverse figure coinvolte nello screening, per garantire il benessere e la salute del cittadino, che deve essere sempre al centro del nostro operato”. Un congresso definito “ispirazionale” e di “alta qualità” dagli stessi partecipanti, motivo di orgoglio per il presidente e direttore scientifico Marcello Maida, insieme al dottor Roberto Vassallo, per l’ospedale Umberto I di Enna, che ha ospitato l’evento, e per l’Università degli studi di Enna “Kore”, che ha patrocinato il convegno, a testimonianza del forte legame tra il mondo accademico e il territorio.
L’appello finale alla popolazione: aderire allo screening per vincere insieme la battaglia contro il cancro
Il congresso si è concluso con un appello accorato e vibrante alla popolazione affinché partecipi attivamente e con convinzione alle campagne di screening e si sottoponga regolarmente a controlli medici, anche in assenza di sintomi. La prevenzione, infatti, rappresenta l’arma più efficace, potente e a nostra disposizione per contrastare il carcinoma del colon, una patologia che, se diagnosticata in fase precoce, quando è ancora localizzata e non ha dato luogo a metastasi, può essere curata con successo nella maggior parte dei casi, con elevate percentuali di guarigione e una buona qualità di vita per il paziente.
Un messaggio di speranza, dunque, ma anche un invito forte alla responsabilità individuale, alla presa di coscienza dell’importanza della propria salute: un piccolo gesto, come sottoporsi al test del sangue occulto nelle feci, può fare la differenza e salvare la vita. Uniamo le forze, istituzioni, medici e cittadini, per vincere insieme la battaglia contro il cancro, puntando sulla prevenzione come strategia vincente per un futuro più sano e più sereno per tutti.